
Via libera a 18mila metri quadri di capannoni. Ora 30 giorni per le osservazioni. Insorge il comitato: "La zona umida verrà deturpata, più il rischio allagamenti".
I timori dei cittadini delle Pioppete, tra l’Aurelia, via Brenta e via Adda, si sono avverati. La giunta giovedì ha approvato il piano attuativo presentato dai privati, nuova tappa di un iter mirato alla realizzazione di due capannoni per un totale di 18mila metri quadri. Una volta trasmessi gli atti alla Regione, partiranno i 30 giorni stabiliti per consentire a chiunque di presentare osservazioni, a cui seguirà la Conferenza regionale paesaggistica e l’approvazione definitiva in consiglio comunale. Questo in teoria: nella pratica, invece, il "Comitato di salvaguardia e tutela del bosco delle Pioppete" confida sul fatto che la variante urbanistica approvata nel 2020, e in scadenza tra due settimane (il 16 settembre), abbia tempi troppo stretti per consentire di andare avanti. Una battaglia nella battaglia, dato che l’altra priorità degli abitanti resta quella dell’ambiente.
Nel piano attuativo, di quasi cinquanta pagine, oltre ai capannoni è previsto l’abbattimento di 7.734 metri quadri di bosco – da compensare con nuove piantumazioni per 7.798 metri quadri – 2.616 di viabilità, 2.135 di parcheggio pubblico e 8.161 di verde pubblico. E poi un impianto per rifiuti speciali e inerti non pericolosi, sale espositive, un centro studi e di formazione con laboratori e aule didattiche, una sala conferenze e molto altro. In realtà la delibera solleva dubbi ("il computo metrico delle opere di urbanizzazione è eccessivamente sovrastimato"). Niente in confronto alle barricate del comitato. "A parer nostro – dice la presidente Elisa Barbato – è solo l’ennesmo tentativo di riservarsi un diritto di speculare su quest’area. Le previsioni di deturpare un’area verde di grande pregio ambientale dimostrano una pianificazione cieca alle esigenze della zona e dei cittadini, a favore degli interessi di pochi. Nel piano non si fa riferimento alla zona umida e le soluzioni proposte sono inverosimili: dire che sarà ripiantumata un’area maggiore di quella disboscata è un discorso di comodo ed egoistico. Non esiste progettazione del verde che possa migliorare una situazione che in natura si è creata spontaneamente, in virtù delle caratteristiche morfologiche del terreno. I propositi dei proprietari e dell’amministrazione hanno risvolti rischiosi per i nostri abitati e i nostri terreni. Ci auguriamo che il Genio civile valuti il rischio allagamenti e la fattibilità dell’operazione, che aumenterà il rischio che in caso di piogge straordinarie il nuovo bacino di deflusso delle acque diventino le nostre case e i nostri terreni, che rimarrebbero gli unici più bassi rispetto all’area circostante. Non siamo disposti a perdere un’area cosi preziosa per il paesaggio e la nostra sicurezza: la variante decade il 16 settembre: dopo di che non ci sono più i presupposti per cui il piano possa essere approvato a rigor di legge".
Daniele Masseglia