MARIA NUDI
Cronaca

L’addio del sacerdote: "Più che una comunità adesso è una famiglia"

Il religioso: "Un incontro di anime alla base del percorso"

Sopra le operatrici del «Pino Rosa» che si occupa di mamme con problemi di dipendenza e dei loro bambini Accanto don Graziano

Sopra le operatrici del «Pino Rosa» che si occupa di mamme con problemi di dipendenza e dei loro bambini Accanto don Graziano

"E’stata un’esperienza molto bella, ricca e stimolante per la quale ringrazio Dio ogni giorno. Lo ringrazio per i momenti che ho condiviso con queste persone con le quali è nato in questi trent’anni un legame familiare, un rapporto paterno, fraterno a seconda dell’età delle persone. Questi volti fanno parte della mia quotidianità. Sono i saluti giornalieri per strada, in parrocchia e nelle loro abitazioni. È una comunità che fa parte della mia vita". La voce di don Graziano Raschioni, parroco di Bicchio fino ai primi di ottobre, è limpida e cristallina come è il suo cuore che in questi trent’anni ha conquistato quello dei parrocchiani.

Parrocchiani che hanno scritto una lettera all’arcivescovo monsignor Paolo Giulietti per manifestare la contrarietà e il dispiacere per la decisione presa. Una lettera con cui hanno invitato il presule a partecipare lunedì alle 21 ad un consiglio pastorale straordinario. Intanto in questi giorni così particolari per la comunità parrocchiale di Bicchio, Don Graziano affronta la quotidianità di sempre, proseguono le attività parrocchiali anche se nel cuore di tutti c’è un sentimento di frustrazione.

Don Graziano come sta vivendo queste giornate? "Obbedisco alla decisione del vescovo, ma devo ammettere che vivo questa decisione con dolore: per me è uno strappo da un territorio con il quale in tre decenni ho costruito un rapporto umano bello. Un parroco non svolge una missione burocratica è chiamato ad altro: alla realizzazione di un progetto umano nei valori delle fede. E abbiamo costruito tanto".

Che tipo di rapporto ha con questa comunità? "Nel tempo è nato un incontro di anime e di cuori che ha permesso di fare un cammino importante"

In questo periodo nel quale sa di dover lasciare la parrocchia cambia qualcosa? "No. Le attività proseguono con regolarità. Domani con i ragazzi andiamo qualche giorno in campeggio all’Eremo di Colomini nel comune di Vegemoli. Abbiamo organizzato anche un altro campeggio: con le famiglie andremo qualche giorno a Ligonchio".

Con il trasferimento dovrà lasciare anche l’impegno per la comunità "Pino Rosa", come vive questo distacco? "Mi duole non poco lasciare queste madri che hanno vissuto un passato pesante e che in questi anni ho visto rifiorire e rinascere"

Il suo telefono continuerà a squillare perché i parrocchiani la chiameranno? "Spero di sì. Inoltre sono anche il cappellano dell’ospedale Versilia da dove vengo chiamato", racconta don Graziano che abbiamo contattato tra un impegno e l’altro della sua attività pastorale.

"Sto andando a casa di Umile, una donna di 97 anni ancora in gamba nonostante l’età – ci ha detto per telefono . Vado a trovarla", dice don Graziano che ha dato da subito piena disponibilità a seguire le nuove disposizioni dell’arcivescovo di Lucca e Viareggio, monsignor Paolo Giulietti, che ha deciso di spostarlo a Camaiore.

"Ringrazio tutti dal profondo del cuore per questi trent’anni che abbiamo vissuto. È stato come vivere in una grande famiglia non solo con i parrocchiani, ma anche con le persone del quartiere". conclude don Graziano che, umanamente prova dolore per questo distacco, ma è pronto ad assumere il nuovo incarico con l’energia e l’impegno che lo sempre caratterizzano.

Maria Nudi