
Il musicista Antonio Agostini autore dell’opera lirica sulla malattia mentale
La musica lirica diventa linguaggio sociale e diventa voce di chi in passato non ne ha avuta, come coloro che hanno attraversato la malattia mentale. E lo diventa grazie ad un musicista viareggino: Antonio Agostini. L’artista, residente a Torre del Lago dove abita quando non è in giro per il mondo con la sua musica, stasera alle 20.30 debutta al Teatro Caio Melisso di Spoleto con una produzione realizzata dal Teatro Lirico Sperimentale "A.Belli" della cittadina umbra che si intitola "Nanof, l’altro". Sul palco 16 orchestrali diretti da Mimma Campanale. L’opera affronta il tema della follia partendo dalla storia vera di Oreste Fernando Nannetti, internato all’ospedale psichiatrico di Volterra, dove è sepolto, prima della Legge Basaglia. La Nazione ha raggiunto Antonio Agostini durante le prove.
Quando ha scoperto la passione per la musica?
"Abitavo con i miei genitori, Giuseppe e Maria al Terminetto e alle scuole elementari ho scoperto la passione per la chitarra. Tutto è iniziato per caso".
La passione della musica è diventata la sua professione?
"Ho avuto la fortuna di trasformare attraverso il percorso di studio la mia passione nella mia professione. Per me la musica è vita, è il linguaggio con il quale raggiungere il cuore, l’anima ed il cervello delle persone".
Debutta in Umbria con un’opera lirica dedicata alla follia come nasce questo progetto?
"E’nato da uno studio e da un’indagine sul protagonista che ho fatto anni fa: attraverso questa opera vorrei dare dignità al vero protagonista Oreste Fernando Nannetti. E’stato un lavoro lungo e complesso"
Come si sente alla vigilia del debutto?
"E’difficile dire a parole cosa sto provando, quali emozioni ho nel cuore. Ho una speranza mi piacerebbe che questa opera susciti un dibattito su come affrontare la malattia mentale oggi e sulle cure per affrontarla".
I suoi genitori saranno tra gli spettatori?
"No, per motivi di età, ma so che mi saranno seduti accanto con i loro cuori. Ed è importante per me".
Lei va in giro per il mondo, ma ha scelto di vivere a Torre del Lago?
"Mi sento a casa e poi come non pensare al maestro Giacomo Puccini. E’una località che ha scritto la storia dell’opera lirica. E poi quando non sono in giro per il mondo dove il lavoro mi porta è bello sentirsi a casa, prendere un caffè, vivere di di musica e sentimenti".
Maria Nudi