MARIA NUDI
Cronaca

Il rifiuto ad essere aiutati: "Può essere una forma di potere quando ti hanno tolto tutto"

Lo psicoterapeuta Enrico Chelini analizza la situazione di Maria Rita Morrone "Questa donna faceva l’insegnante e può percepire l’assistenza come un’umiliazione".

Lo psicoterapeuta Enrico Chelini analizza la situazione di Maria Rita Morrone "Questa donna faceva l’insegnante e può percepire l’assistenza come un’umiliazione".

Lo psicoterapeuta Enrico Chelini analizza la situazione di Maria Rita Morrone "Questa donna faceva l’insegnante e può percepire l’assistenza come un’umiliazione".

L’autopsia che verrà fatta oggi sul corpo di Maria Rita Morrone, la donna di 65 anni morta su una panchina del parco in via Comparini, nel quartiere Campo di Aviazione, dove aveva scelto di vivere con il compagno Mario, chiarirà sotto il profilo medico le cause del decesso, non aggiungerà altro per comprendere il perché la coppia abbia scelto di vivere in questo modo precario, una vita ai margini della società e non chiarirà i motivi che hanno portato Maria Rita, un passato anche da docente ad Acri dove era nata, e Mario a rifiutare ostinatamente gli aiuti che la parrocchia, il Comune, il quartiere hanno provato a dare, hanno rifiutato ogni mano tesa. Perchè? Una storia delicata alla quale la Nazione ha chiesto l’opinione di Enrico Chelini, psicologo e psicoterapeuta con studio anche a Viareggio.

Dottor Chelini, Cosa può aver suscitato una scelta così difficile?

"Questa storia ha qualcosa di terribilmente enigmatico. Maria Rita non era una donna senza strumenti culturali, non era priva di consapevolezza: eppure, con il marito, aveva scelto il rifiuto di qualsiasi aiuto, della Chiesa, del Comune, delle strutture protette, chiedendo soltanto denaro. È da questo passaggio che nasce la domanda che più inquieta: come si può arrivare a questo abisso di negazione? Quale meccanismo scatta nella mente di chi ha conosciuto la dignità di un ruolo sociale, la responsabilità di educare, il rispetto degli altri, per arrivare a considerare la strada e il degrado come unico rifugio possibile. Non è follia cieca, è una logica interna che va compresa".

Come?

"Spesso quando una persona sente che tutto le è stato tolto – salute, lavoro, autonomia, identità – l’ultimo potere che resta è il rifiuto. Dire "no" diventa l’unica forma di controllo rimasta, l’unico modo per ribadire "decido io"

Cosa hanno rifiutato Maria Rita e Mario?

"Maria Rita quando faceva la docente rappresentava autorevolezza e può percepire l’assistenza come umiliazione: accettare un letto offerto dal Comune significa ammettere di essere diventato “oggetto di pietà”. Molto meglio aggrapparsi all’orgoglio, anche a costo della sofferenza".

Il ruolo del marito ?

" Entriamo nella dimensione di coppia: due persone unite nella marginalità costruiscono un fortino simbiotico, un "noi contro il mondo" in cui ogni mano tesa diventa intrusione. La coppia diventa la ragione di resistere, ma anche la gabbia che impedisce di aprirsi all’esterno".

Le richieste di denaro?

" Resta il paradosso del denaro: perché rifiutare cure, protezione e chiedere solo soldi? Perché il denaro non giudica, non obbliga, non mette etichette. Il denaro mantiene l’illusione di una libertà minima: con i soldi compri ciò che vuoi, senza rendere conto a nessuno. È un aiuto impersonale, che non colloca ufficialmente tra i "bisognosi". Non offre speranza di cambiamento, ma permette di sopravvivere rimanendo dove sei, coerente nella scelta di rifiuto"

La morte può aver reso libera Maria Rita?

"Quando il corpo si ammala, quando il dolore fisico supera la soglia, quando ogni dipendenza dagli altri appare insopportabile, allora la morte non è più un nemico. Diventa una porta. Non un dramma da evitare, ma una liberazione da accogliere".

Maria Nudi