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Uccise il fratello minore: "Il mio più grande errore. Non potrò mai avere pace"

Il pentimento del ristoratore che uccise il fratello minore a colpi di pistola. Chi era Nicola: dagli esordi in serie C a 17 anni fino a diventare il re dei fornelli

Nicola Guidotti era un estroso calciatore prima di aprire ristoranti di successo

Viareggio, 21 luglio 2021 - Chi l’aveva visto giocare da ragazzino, con la maglia del Bar Ivano, era convinto che sarebbe potuto salire agevolmente gli scalini per arrivare molto in alto, persino in serie A. Ma certe spigolosità del carattere, soprattutto la sua straripante e talvolta sconclusionata esuberanza, hanno finito per tarpagli calcisticamente le ali, dopo avere debuttato in serie C a poco più di 17 anni: Nicola Guidotti aveva talento. Cristallino. Ma spesso, era il primo a rendersene conto, faceva corto circuito come quanto rimediò una squalifica a vita per non essere stato gentile, eufemismo, con un arbitro. Per fortuna l’Italia vinse il mondiale del 1982, arrivò l’amnistia e così Nicola tornò in campo.

Ma il treno della possibile celebrità era passato. Meglio tuffarsi nel lavoro e della vita. Un lavoro come tecnico in una nota azienda del settore delle telecomunicazioni ma con il bernoccolo per la cucina e i ristoranti. Prima cameriere, per arrotondare in un locale sulla via Buonarroti; poi facendo il grande balzo aprendo in Darsena il ‘Barcobestia’ diventato in poco tempo un tempio della buona cucina. Nicola – con una famiglia di origine trabaccolara – sapeva fondere al meglio la tradizione marinara di Viareggio con quella di San Benedetto del Tronto. Per molti è stata questo il suo colpo di genio. In coppia con Daniele Vecciani (un doveroso ricordo a Dede, che non è più con noi da tempo), le serate al ristorante di Nicola non erano solo buona cucina. Ma cabaret allo stato puro. Osti-anfitrioni, barzellette, gossip.

Un cliché che venne replicato una volta alzata l’asticella delle legittime aspirazioni nel mondo della ristorazione: l’apertura del Mezzo Marinaio in Darsena, che diventò in poco tempo, dal 2003 in avanti, un altro locale dal quale era impossibile tenersi alla larga perché il passa parola faceva proseliti ‘si mangia bene e si spende il giusto’. Ma la gestione del successo e dell’essere sulla cresta dell’onda, diciamo così, non si rivelò adeguata. Fino a quando, dopo un periodo di chiusura, Nicola pensò sì al rilancio, mettendo però in piedi contemporaneamente un’altra iniziativa commerciale con un amico sempre in Darsena.

Una scelta strategica che avrebbe dovuto essere sottoposta al test della stagione 2015: non fu possibile perché proprio il primo giorno dell’estate, quel maledetto sabato 20 giugno "ho commesso – ha sempre detto Nicola Guidotti – l’errore più grosso della mia vita, del quale non si sono mai dato pace: ho sbagliato e devo pagare per quel che ho fatto".

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