
Una vita all’insegna dell’avventura: nato a Parigi da emigranti, ritornato in Italia da partigiano rischia la fucilazione. Poi il successo nello spettacolo.
Esattamente cento anni fa nasceva Sergio Bernardini. Uno degli uomini, che hanno contribuito a far davvero grande la Versilia nel mondo, ha consegnato alla storia un’esperienza di vita affascinante. La vicenda umana di una persona che si è fatta da sola, ha scalato le montagne, ha superato enormi difficoltà ma, purtroppo, ci ha lasciato troppo presto. L’inventore della Bussola e di Bussoladomani se ne andò sabato 2 ottobre 1993 a 68 anni. Fatali i postumi di un incidente sull’autostrada nei pressi di Asti. Sergio insieme alla moglie Bruna Mazzucchelli andava a Torino al matrimonio del nipote Marco, conosciutissimo giornalista. Sembrava roba da poco ma le lesioni interne portarono al decesso. Ci lasciava un grande dello spettacolo che era nato il 7 maggio 1925 a Parigi da una famiglia emigrata. In realtà si chiamava Antonio ma per tutti era Sergio e sua madre Virginia a Parigi fu assunta come tata dei figli di Louis Lumière, uno dei due inventori del cinema. La famiglia era partita da Marginone, frazione di Altopascio, negli anni Venti per cercare fortuna. Prima della Seconda guerra mondiale torna a Torino.
Dopo l’armistizio Sergio si unisce alla lotta partigiana. Vicino a Cuneo rischia anche la vita e lo tira fuori dai guai il padre Italo: "Salvi mio figlio e uccida me" disse all’ufficiale nazista che li aveva bloccati. Il tedesco si accontentò del cibo che il papà aveva portato al figlio e i due fuggirono. Il Dopoguerra è difficile ma Sergio arriva in Versilia con una bella somma data dai genitori e prende la gestione della Capannina di Viareggio. Il locale in pineta, dopo gestioni deludenti, parte bene. Bernardini intercetta i gusti soprattutto dei giovani e ha subito un’idea geniale insieme ad Aldo Valleroni, giornalista e compositore, a Gian Carlo Fusco e Alberto Sargentini presidente del Comitato Carnevale: organizzare al Marco Polo il Festival della canzone italiana. Il 25 agosto 1948 la prima edizione è vinta da "Serenata al primo amore" interpretata da Pino Moschini. L’anno dopo trionfa Gastone Parigi. Ma la svolta, negativa, era dietro l’angolo. L’Ente soggiorno disse che per la musica il Carnevale bastava e dirottò il finanziamento su un’esposizione canina. Il direttore del Casinò di Sanremo in vacanza a Viareggio, Pier Busseti, si accerta che non ci siano diritti depositati e porta il Festival in Liguria. Nel 1951 parte Sanremo ed è l’ennesima, enorme, occasione persa dalla nostra città. Sergio gestisce locali con altri (il Caprice, il Casinò Piemonte, il Gatto nero e l’Eden danze), poi lancia un night club a Marina di Pietrasanta, il Carillon. Ma la consacrazione definitiva per lui sarà con la Bussola di Focette. Fu il proprietario Alpo Benelli a proporgli di prendere quel locale molto bello ma che non decollava. Il via il 2 luglio 1955 con Renato Carosone convinto con 160 mila lire a serata, cifra stratosferica per quei tempi.
Da quel momento alla Bussola arrivano i più grandi e l’elenco degli italiani e degli stranieri è interminabile. C’è la brutta storia della contestazione del San Silvestro 1968 con il ferimento fuori dal locale di Soriano Ceccanti. Ma ci sono tantissime pagine bellissime come il rapporto con Peppino Di Capri e soprattutto la scoperta e la consacrazione di Mina che tornerà spesso alla Bussola, come nel 1968 per festeggiare i 10 anni di carriera e registrare il suo primo album live. Nella sola estate 1972 i concerti saranno addirittura 24. Tutti sold out. Ma Mina prepara il commiato dalle scene che avverrà in un’altra creatura di Bernardini: Bussoladomani.