SERGIO IACOPETTI
Cronaca

Di padre in figlia, la dinastia dei Bertolucci. Bianca convocata nella nazionale under 17

La figlia di Mirko ha 15 anni e, a differenza della leggenda viareggina, fa il portiere e non l’attaccante. "Spero diventi il mio lavoro"

Bianca Bertolucci, 15 anni, figlia d’arte, convocata in nazionale U17

Bianca Bertolucci, 15 anni, figlia d’arte, convocata in nazionale U17

Di padre in figlia. Quando l’hockey su pista è una questione di famiglia. La dinastia dei Bertolucci, dopo due autentiche leggende come i fratelli Mirko e Alessandro, si allarga e comprende anche la quasi 15enne Bianca figlia di Mirko che leggenda, al femminile, spera di diventarlo e che da oggi inizierà il suo percorso in Nazionale agli Europei Under 17 di Gujan Mestras in Francia.

Bianca di ruolo fa il portiere, ruolo da sempre considerato fuori le righe, e questo dice già molto sulla forte personalità, eredità del padre, di questa ragazzina che ha già passato una stagione, l’ultima, non solo fuori di casa ma addirittura in un altro paese. Al Cp Cubelles in Catalogna, infatti, Bianca ha appena vinto la Coppa Nazionale.

Bianca, domanda scontata. L’hockey era nel tuo destino? "Sì. Per noi è una religione. I primi ricordi li ho di papà con la maglia del Cgc ed i tifosi che lo celebravano. Ho iniziato a pattinare, poi il passaggio all’hockey è stato naturale".

Data esordio e perché proprio il ruolo di portiere? "Stagione 2018-2019 in un Pumas-Cgc. Portiere? Perché nessuno lo voleva fare. Fu una intuizione di papà, anche allora ha avuto occhio".

Rispetto alle tue coetanee, che esercitano sport più femminili, ti senti diversa? "Direi speciale perché sono sempre stata maggiormente attratta dagli sport maschili, più di contatto".

Sei un prodotto delle Pumas, poi hai vissuto questa importante esperienza catalana... "Sono cresciuta sotto la protezione ed i consigli di papà, che mi ha insegnato oltre che la tecnica anche la disciplina e la consapevolezza che i risultati arrivano solo col duro lavoro. Per lui io devo sempre essere un esempio. Poi è arrivata questa possibilità estera, che mi ha arricchito tantissimo. In una realtà completamente diversa, vivendo in una famiglia con due mie compagne di squadra, sono cresciuta enormemente sia come atleta che come donna".

E per gli studi come hai fatto? "Ho seguito in dad il Liceo Linguistico da privata".

La convocazione a questo Europeo te la aspettavi? "Onestamente sì. Ho lavorato duramente per conquistarl".

Obiettivi futuri? "Fare dell’hockey il mio lavoro e competere sempre per il massimo. Per farlo sono pronta anche a tornare all’estero, dove questo sport è valorizzato".

Sergio Iacopetti