
Roberto Alagna interpreta nella «Tosca» il personaggio di Cavaradossi
Affabile, cordiale e appassionato; la voce e il piglio di un trentenne. Roberto Alagna affronta per la prima volta nella sua lunga carriera il palcoscenico del Gran Teatro Puccini di Torre del Lago: una tappa obbligata anche per chi ha attraversato tutti i più importanti teatri d’opera del mondo, dalla Scala all’Arena di Verona, dal Metropolitan di New York al Covent Garden di Londra, senza considerare gli innumerevoli passaggi nei teatri francesi e tedeschi. Domani sera vestirà i panni di Mario Cavaradossi in Tosca, l’opera che inaugura il 71° Festival Puccini.
Cantare Puccini nei luoghi di Puccini. Cosa si prova? "Sono davvero contento. Amo molto sperimentare nuovi teatri, scoprire nuovi luoghi, affrontare un nuovo pubblico, ma essere qui sul lago dove Puccini ha vissuto e creato i suoi capolavori è un’emozione unica. Cantare Puccini è di per sé un privilegio: è il compositore che più di ogni altro ha accompagnato la mia carriera. Non c’è mai stata una stagione senza un’opera di Puccini in repertorio, dunque gli devo molto".
Francese o italiano? Chi è nel profondo Roberto Alagna? "E’ un po’ complicato... I miei genitori erano siciliani, sono emigrati in Francia e io sono stato il primo della famiglia a nascere lì. Dunque ero diverso dai ‘miei’ ma non ero nemmeno realmente francese perché in casa parlavamo siciliano. Il francese l’ho imparato a scuola, come uno straniero, ma quando tornavo in Sicilia ero per tutti ‘il francese’. Sono cresciuto nei dintorni di Parigi in una famiglia molto modesta. Non avevamo grandi possibilità e dunque non ho frequentato il conservatorio: ho fatto tutto da solo e come autodidatta sono stato molto fortunato perché ho lavorato con continuità ed ho ricevuto sempre stima e fiducia dai direttori d’orchestra e dai teatri. E questo è frutto dello spirito siciliano, più che ‘parisien’. Quanto al repertorio, ho cantato davvero di tutto, da Verdi a Puccini, da Chausson a Berlioz, da Debussy a Fauré. Alla fine ho cantato anche Wagner. Ho fatto molto di più di quanto non mi aspettassi o sperassi".
Qui al Festival Puccini lei è Cavaradossi e sua moglie Aleksandra Kurzak è Tosca. Sul palco come nella vita? "Quando ci invitano a cantare insieme siamo molto contenti perché possiamo davvero vivere in famiglia. Il nostro è un mestiere che non aiuta la vita di coppia. E poi Aleksandra è fantastica. In Tosca tutto ruota attorno a lei. Gli altri personaggi, Cavaradossi e Scarpia compresi, semplicemente l’accompagnano. Tosca è una ragazza semplice che a un tratto diventa una diva. Vive nel suo mondo e non si rende conto delle difficoltà della vita: uccide Scarpia in un gesto di incontrollata follia. La tradizione ci ha abituato considerare Tosca come una donna forte, ma non è così. Agisce per paura, non per coraggio. La vera forza sta nel controllo di se stessi. Cavaradossì è un personaggio dai sentimenti nobili: amante, politico, ma soprattutto artista. Sente fortemente il desiderio di libertà e l’importanza dell’onore. Alla fine dell’opera sceglie di non rivelare a Tosca la verità per non privarla di sogni e speranze, ma lui sa benissimo che è finita". E così domani alle 21,15 partirà il 71° Festival Puccini con la messa in scena di "Tosca". Regia Alfonso Signorini. Tosca sarà il soprano Aleksandra Kurzak, Cavaradossi il tenore Roberto Alagna mentre Luca Salsi vestirà i panni di Scarpia. Sul podio il maestro Giorgio Croci.