
La denuncia di sindacati e associazioni per le continue aggressioni al personale sanitario come medici e infermieri
È solo uno dei tanti casi avvenuti negli ultimi giorni, quello del medico e dell’infermiera che, accorsi per portare soccorso nella Chiesa di San Giuseppe di Torre del Lago, sono stati aggrediti senza motivo. Uno dei tanti che ha visto inoltre, nel pronto soccorso di Viareggio, come riportato e denunciato da Cgil, un paziente affidato alle cure dei sanitari durante l’esecuzione di un prelievo ematico, colpire con violenza e aggressività il personale in servizio. Che ha visto un’infermiera, colpita da calci, riportare due fratture costali , e altrettanti operatori, tra i quali un medico, subire ferite e contusioni nel tentativo di contenere il paziente e garantire la sicurezza degli altri presenti.
In un contesto, attuale, che vede gli operatori sanitari subire aggressioni fisiche e verbali, e in una "situazione divenuta ormai non più tollerabile - come dichiara Cgil - I professionisti della sanità sono sottoposti a carichi di lavoro elevati, ricordando come all’interno dei pronto soccorso e del servizio di emergenza territoriale non ci sia stato alcun assunzione di professionisti come da noi chiesto. Il personale è costretto a turni massacranti, condizioni di lavoro difficili, e si trova, inoltre, quotidianamente esposto anche a rischi concreti per la propria incolumità. Per questo chiediamo l’applicazione di misure reali e non più rinviabili, come la presenza effettiva e costante delle forze dell’ordine nei Pronto Soccorso e la presenza costante delle forze dell’ordine per i paienti che necessitano l’intervento per i motivi di sicurezza, e le assunzioni di medici, infermieri, oss, tecnici sanitari, il rafforzamento dei presidi di vigilanza e sicurezza, protocolli operativi chiari a tutela degli operatori e la presa in carico sanitaria e psicologica del personale, vittima di aggressioni".
Un appello, che viene anche dallo stesso ordine dei medici della provincia di Lucca, che invita "i colleghi a segnalare tempestivamente episodi analoghi affinché l’Ordine possa avviare tutte le iniziative di sua competenza per impedire tali episodi", scrivono, richiamando anche l’attenzione dell’autorità sanitarie dell’Asl Nordovest e della regione Toscana, "affinché vengano messe in atto le misure più idonee alla tutela di chi opera in primis nell’emergenza territoriale, nella continuità assistenziale e nei Pronto Soccorso, ma anche nelle altre unità operative sempre più segno di episodi di violenza".
Perché, come conclude Cgil, "il lavoro in sanità non può essere un campo di battaglia. Pretendiamo rispetto, sicurezza e dignità per chi ogni giorno garantisce cure e assistenza alla cittadinanza".