Paolo Di Grazia
Cronaca

Aggredito con una bottiglia rotta da un 15enne. “Poteva uccidere. E io dovevo per forza difendere i miei clienti”

Oreste Giannessi, titolare del bagno Nettuno di Viareggio, ha disarmato l’aggressore ’intervento insieme al cognato e alcuni passanti. Il bilancio parla di tre feriti

Le ambulanze intervenute in via Duse per prestare soccorso ai feriti

Le ambulanze intervenute in via Duse per prestare soccorso ai feriti

Viareggio, 11 luglio 2025 – “Quel ragazzo poteva uccidere qualcuno con quel coccio di bottiglia. Per questo non potevo permettere che entrasse nel bagno, dovevo assolutamente difendere i miei clienti”. E’ lucido il racconto di Oreste Giannessi, titolare del bagno Nettuno in Passeggiata, che insieme al cognato – entrambi rimasti feriti a un braccio – è riuscito a bloccare e immobilizzare quel giovane che è stato poi preso in consegna dai carabinieri. Si tratta di un minorenne tunisino di 15 anni, denunciato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Quel ragazzino, in un caldo primo pomeriggio di luglio, ha letteralmente seminato il panico in spiaggia e in Passeggiata in un’ora in cui – poco prima delle 14 – la gente tornava al mare dopo aver pranzato. Una sorta di Far West dove alla fine si contano almeno tre feriti, per fortuna non gravi. Ma che poteva avere conseguenze veramente ben più drammatiche.

i- oreste giannessi
Oreste Giannessi (foto Aldo Umicini)

Stando alle prime ricostruzioni, quel ragazzo era stato visto uscire dalla spiaggia. A quanto pare avrebbe cercato di scavalcare un cancello per uscire dallo stabilimento balneare. Ma quando i gestori gli hanno fatto notare che non occorreva scavalcare perché il cancello era aperto, ha reagito urlando, sbraitando, sputando e colpendo una persona al volto con uno schiaffo. Si è poi allontanato in direzione dei Giardini d’Azeglio, salvo fare ritorno in Passeggiata pochi minuti dopo con un coccio di bottiglia in mano. E con quell’arma ha iniziato a inveire contro i passanti, un paio dei quali sono stati feriti di striscio alla fronte. Poi si è diretto in via Eleonora Duse verso l’ingresso del bagno Nettuno.

“Io non so con chi ce l’avesse – racconta Oreste Giannessi – ma so che in quelle condizioni alterate e con il coccio di bottiglia in mano non poteva certo entrare nel mio bagno. Non so cosa mi sia scattato in testa, ma sicuramente ho sentito il dovere di difendere i miei clienti che si trovavano in spiaggia o al ristorante”.

Giannessi gli ha così intimato di fermarsi e tornare indietro, provando a spiegargli che non poteva entrare dentro il bagno con un coccio di bottiglia in mano. In tutta reazione il quindicenne si è avventato contro di lui e suo cognato, comiciando a mulinare pericolosamente in aria il coccio di bottiglia. Ne è nata una colluttazione violenta. “Ma alla fine – ha detto Giannessi – siamo riusciti a fermarlo e immobilizzarlo anche con l’aiuto di alcuni passanti. Poi sono arrivati i carabinieri che ringraziamo per il loro pronto intervento. Ma sono stati davvero momenti terribili”. Di cui porta evidenti i segni sul braccio. Sia lui che il cognato sono stati portati in ambulanza al Pronto Soccorso dell’ospedale Versilia dove gli sono stati applicati diversi punti di sutura sulle ferite.

Il Far West scatenato nel primo pomeriggio di ieri in Passeggiata dal quindicenne tunisino riporta drammaticamente d’attualità il problema sicurezza. Anche perché proprio in questa zona sono frequenti sia i furti nei negozi o sotto l’ombrellone, sia i vandalismi notturni. “E’ una situazione grave, inutile nasconderlo – conferma Oreste Giannessi – che non può più essere tollerata in una città a vocazione turistica come la nostra. E’ un problema di cui si deve far carico il Governo Meloni. Il sindaco nulla può fare, le forze dell’ordine possono arrestare i colpevoli, ma poi questi vengono rimessi subito in libertà. A mio avviso, serve un intervento legislativo a monte che freni il diffondersi di questa microcriminalità e metta le forze dell’ordine nelle condizioni di garantire la sicurezza ai cittadini, siano lavoratori, residenti, turisti. Perché così non si può più andare avanti”.