
Dopo il ritrovamento, le volontarie di Legambiente hanno messo in sicurezza il nido sulla spiaggia libera di Torre del Lago. Durante l’incubazione faranno a turno per controllare e proteggere le uova in attesa della schiusa
Una scena non più così rara sulle coste versiliesi, ma sempre emozionante: nella notte di mercoledì sull’ultimo lembo di spiaggia libera di Torre del Lago, proprio a fianco dello stabilimento Mama Beach, una tartaruga marina Caretta Caretta è risalita dal mare, ha sollevato la sabbia e ha iniziato a deporre le sue uova, per poi riprendere le onde e scomparire a largo. Si tratta del primo nido della stagione su questi lidi (il primo in Toscana è stato scoperto nella frazione massese di Poveromo a metà giugno, con grande anticipo rispetto al passato), comunque un segnale incoraggiante per la conservazione di questa specie protetta che è simbolo della biodiversità marina.
A notare la traccia del passaggio di “Mamma Uga“, come i bambini che frequentano la spiaggia della frazione hanno già ribattezzato la tartaruga, sono state due volontarie di Legambiente Versilia; in cammino già all’alba lungo la riserva naturale della Lecciona, ed oltre, per il monitoraggio quotidiano del litorale. E grazie all’esperienza maturata (ogni anno Legambiente promuove corsi di formazione per costruire una rete di volontari la protezione delle spiagge durante la stagione della nidificazione.) "hanno subito capito che si trattava di una nidificazione, confermata dopo poco da uno scavo esplorativo – spiega la referente di Legambiente Versilia, Letizia Debetto – effettuato dai biologi di Arpat intervenuti sul posto insieme a quelli del Museo di storia naturale dell’università di Pisa".
È stata dunque realizzata una piccola recinzione per non disturbare la "culla" fino alla schiusa delle uova. Qui tra non meno di 45 giorni, considerato il tempo minimo per l’incubazione, le tartarughine che fanno capolino tra la sabbia e cercheranno la via più comoda verso il mare, lasciandosi ‘inghiottire’ dalle onde: L’incubazione è, peraltro, un processo delicato: sul sesso delle nasciture influisce la temperatura esterna. Più la sabbia è calda, più è probabile che nascano femmine. Di qui, un rischio per la stessa continuità della specie, fatalmente legato alla crisi climatica in atto. Che, con l’innalzamento della temperatura del mare, ha spostato inequivocabilmente più a nord l’areale di nidificazione delle Caretta Caretta.
Martina Del Chicca