Perugia, 12 settembre 2024 – Enrico Scoccia, 69 anni, si stava curando per una forma di depressione che lo aveva colpito da qualche anno, in concomitanza con un problema alla schiena per il quale si era operato. In quel periodo aveva smesso anche di andare a caccia al cinghiale a Fratticiola Selvatica, frazione dove era andato a vivere da una decina di anni con la moglie Maristella Paffarini. In quel casolare dove ha ucciso moglie e figlia prima di togliersi la vita. Elisa, 39 anni, è stata raggiunta da almeno un colpo alla schiena; la madre, 66, si trovava su una brandina dove, forse, si era sdraiata per prendere un po’ di sole. Scoccia, invece, era sulle scale che portano all’abitazione. Vicino a lui uno dei fucili da caccia di sua proprietà, legalmente detenuto e per il quale aveva rinnovato.
A fare la scoperta della strage è stato il fidanzato di Elisa, Lorenzo. I due, secondo quanto raccontato dal ragazzo agli inquirenti che lo dovrebbero riascoltare, si erano sentiti per l’ultima volta sabato pomeriggio. Dal due settembre Elisa, che era in ferie, si era trasferita dai genitori per stare un po’ insieme.
Martedì avrebbe dovuto aprire il Testone di Santa Maria degli Angeli, dove lavorava da dieci anni e dove lavora anche Lorenzo. Non vedendola arrivare e non riuscendo a contattarla, i colleghi hanno cercato il compagno. Se gli investigatori non hanno in mano elementi per dare una spiegazione certa al duplice femminicidio che si è concluso con il suicidio del responsabile (in una dinamica che appare acclarata), quello della depressione sembra essere il movente. In famiglia non ci sarebbero state particolari tensioni, ad eccezione di questo momento di difficoltà vissuto dall’uomo, ex usciere della Galleria nazionale dell’Umbria.