
L’esterno della Questura di Prato
Prato, 11 luglio 2025 – Difficile amministrare la giustizia e garantire la sicurezza quando non si mettono a disposizione risorse sufficienti – umane ed economiche – per una città come Prato. E quanto avvenuto ieri ha dell’incredibile: un pericoloso spacciatore arrestato che, pur ammanettato, riesce a evadere dagli uffici della Questura. Il procuratore capo Luca Tescaroli non ha dubbi: “Una fuga che è stata possibile anche in considerazione dell’inadeguatezza degli organici della pur efficiente Squadra mobile pratese, impegnata in numerose investigazioni coordinate da questo ufficio”.
Riavvolgiamo il nastro: ripartiamo dal 2 febbraio 2024, quando il 38enne cinese Jang Bobo, mentre era sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, venne trovato in possesso di un bel po’ di cose che non avrebbe dovuto avere con sé: 20 grammi di metanfetamina, un coltello a serramanico, una pistola semiautomatica Amadini Sentry calibro 45 con 5 colpi in argento, due machete, un pugnale, quattro coltelli, una fiamma ossidrica, un trapano, due piedi di porco, una tenaglia.
Il controllo dei suoi telefoni portarono a identificarlo come punto di riferimento per il mondo dello spaccio che prospera in seno alla comunità orientale, con tanto di collaboratori specializzati nel confezionamento e nella consegna della droga, nella compravendita di documenti falsi, nel furto (anche di capi griffati).
La Procura chiese la custodia cautelare in carcere che però il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Prato ritenne di non dover concedere, applicando solo il divieto di dimora nelle province di Firenze, Prato e Pistoia. L’appello proposto dalla stessa Procura ha portato poi il Riesame di Firenze a riformare la decisione disponendo il carcere fino alla definitiva pronuncia della Cassazione dello scorso 3 luglio.
Nella giornata di giovedì 10 Jang Bobo è stato trovato dalla polizia e arrestato: peraltro aveva con sé ben mezzo chilo tra shaboo e ketamina, migliaia di euro, un passaporto taiwanese.
Ed ecco il patatrac: portato negli uffici della Mobile, ammanettato, è riuscito a liberarsi e fuggire. Adesso è ricercato, ma sul tavolo resta anche il tema posto dal procuratore Tescaroli, quello della inadeguatezza degli organici delle forze dell’ordine e degli uffici giudiziari, che da anni e anni viene posto all’attenzione di Roma, sempre sorda alle richieste di aiuto pratesi.