LAURA NATOLI
Cronaca

Carcere della Dogaia, cinque evasioni in 7 mesi: ci sono altri sei indagati

Nei guai quattro detenuti e due agenti della penitenziaria, fra cui il comandante pro tempore e un assistente. Avrebbero agevolato in maniera colposa l’allontanamento di alcuni condannati in regime di semilibertà

Il maxi blitz all’interno della Dogaia eseguito sabato scorso Foto Attalmi

Il maxi blitz all’interno della Dogaia eseguito sabato scorso Foto Attalmi

Prato, 5 luglio 2025 – Si aggiungono guai su guai al carcere della Dogaia da un anno al centro delle indagini della procura di Prato per una serie infinita di irregolarità. Questa volta a finire nel mirino degli inquirenti sono stati altri quattro detenuti e due agenti della polizia penitenziaria, fra cui il comandante pro tempore della casa circondariale e un assistente. Ieri sono stati recapitati gli avvisi di garanzia ai quattro detenuti per evasione e resistenza a pubblico ufficiale, mentre per i due agenti la procura ipotizza la “condotta colposa agevolativa dell’evasione”. Secondo quanto riferito dal procuratore Luca Tescaroli in una nota, si sarebbero verificate ben cinque evasioni dal carcere della Dogaia dal novembre 2024 al primo luglio di quest’anno. In un caso addirittura sarebbe stata lasciata aperta la porta della sezione della semilibertà consentendo così al detenuto di uscire nonostante il provvedimento fosse stato sospeso dal giudice di Sorveglianza. Si tratta dell’ennesima contestazione che la procura muove nei confronti del carcere di Maliseti dove appena una settimana fa è stata eseguita una maxi perquisizione con circa 260 agenti (fra polizia, carabinieri, finanza e penitenziaria) e un elicottero alla ricerca di oggetti non consentiti introdotti in modo furtivo all’interno della Dogaia. E i risultati ci sono stati. Dalle perquisizioni infatti sono spuntati cellulari di ogni tipo, un router e droga a uso e consumo dei detenuti. In particolare i telefoni sono stati trovati nelle disponibilità dei detenuti reclusi nella sezione di massima sicurezza in regime di 41 bis, ossia per mafia (camorra in questo caso). Secondo quanto sostenuto dal procuratore, alla Dogaia sarebbe diffuso “un pervasivo tasso di illegalità, concretizzatasi in plurime e ravvicinate condotte criminose in un contesto di mancanze di controlli e comportamenti collusivi di esponenti della polizia penitenziaria”.

L’ultimo filone di inchiesta riguarda le cinque evasioni di quattro detenuti in regime di media sicurezza, tutti condannati in via definitiva per “plurimi reati”.

Gli episodi sono avvenuti il 27 novembre e 20 dicembre 2024, il 26 maggio, 12 giugno e il primo luglio, durante la fruizione di permessi premio e di permessi per necessità. In particolare, in due casi di evasione i detenuti erano stati autorizzati a trascorrere il permesso alla “Casa di accoglienza lacques Fresh” di via Pistoiese, struttura della Caritas sfruttata anche per l’occultamento e l’approvvigionamento di stupefacente per i reclusi in cella, come emerso sempre dalle indagini. Nel caso dell’evasione del 20 dicembre 2024, il detenuto, Vincenzo De Luca è accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale alla cattura e sono co-indagati a vario titolo il comandante di reparto pro tempore in missione nonché dirigente di polizia penitenziaria e un assistente capo per aver agevolato in modo colposo l’evasione.

Secondo la procura venne notificato in ritardo al detenuto il provvedimento di sospensione del regime di semilibertà al quale era sottoposto, inoltre non venne inserito nella sezione ordinaria, in violazione delle disposizioni impartite dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, consentendone l’allontanamento per distrazione. Addirittura fu lasciata aperta la porta esterna della sezione di semilibertà mettendo di fatto in grado il detenuto di scappare. Le intercettazioni della polizia penitenziaria consentirono di individuarlo e catturarlo la sera stessa a Firenze, non con poca difficoltà tanto che gli viene contestata anche la resistenza a pubblico ufficiale. Dal 20 gennaio il detenuto è all’affidamento in prova in una struttura di Vicchio.