REDAZIONE PRATO

Centrale dello spaccio collegata alla Dogaia. La base di rifornimento in una struttura Caritas

La "centrale dello spaccio" della droga destinata a entrare in carcere è in un edificio di proprietà della Caritas diocesana...

La "centrale dello spaccio" della droga destinata a entrare in carcere è in un edificio di proprietà della Caritas diocesana...

La "centrale dello spaccio" della droga destinata a entrare in carcere è in un edificio di proprietà della Caritas diocesana...

La "centrale dello spaccio" della droga destinata a entrare in carcere è in un edificio di proprietà della Caritas diocesana dove alloggiavano i cosiddetti ‘permessanti’, detenuti autorizzati a uscire temporaneamente e che non hanno domicilio sul territorio. È la nuova pagina della maxi inchiesta della procura di Prato a tre giorni dal blitz all’interno del carcere pratese La Dogaia dove, è stato scoperto, arrivavano nei modi più disparati cellulari e droga a uso e consumo dei detenuti anche del reparto Alta Sicurezza (sono indagati 27 detenuti e tre agenti della penitenziaria per corruzione).

È stata la denuncia di don Enzo Pacini, cappellano del carcere e direttore della Caritas diocesana, a permettere il ritrovamento della droga: la segnalazione gli è arrivata dal personale che effettua le pulizie. Don Pacini ha informato la Polizia penitenziaria e la denuncia è stata poi trasmessa in Procura. L’indagine, condotta da Finanza, Polizia e Carabinieri, ha permesso di appurare che lo stabile veniva sfruttato come base logistica dai detenuti in permesso per recuperare cocaina e hashish da introdurre clandestinamente nella casa circondariale. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 23 grammi di cocaina, suddivisi in tre ovuli nascosti dietro lo specchio del bagno, e 22 grammi di hashish, trovati in cucina e bagno, oltre a un bilancino per la preparazione delle dosi. Una volta recuperate le dosi i detenuti le facevano entrare in carcere sfruttando l’assenza dei controlli.