Tre morti nel giardino di un casolare in aperta campagna, a ridosso di Fratticciola Selvatica, frazione lontana dal centro di Perugia e a una ventina di chilometri da Gubbio. Nel sangue padre, madre e figlia, in quello che per gli inquirenti è un omicidio-suicidio.
Duplice omicidio, perché il padre, 69 anni, avrebbe ucciso con un fucile, presumibilmente da caccia, la moglie, 66, e la figlia, 39, prima di togliersi la vita.
La tragedia potrebbe risalire a 48 ore prima. Indaga la squadra mobile della polizia, con il coordinamento della Procura. A scoprire i cadaveri è stato il fidanzato della giovane. Lei, Elisa Scoccia, era stata una settimana in ferie. Sarebbe dovuta tornare a lavorare ieri, riprendendo il suo posto tra i tavoli del "Testone" di Santa Maria degli Angeli. Quando non l’hanno vista arrivare per il servizio del pranzo, le hanno telefonato, ma senza fortuna. Hanno chiamato il compagno. Elisa era dai genitori a Fratticiola Selvatica, nel casolare ristrutturato dove la coppia viveva da circa dieci anni. L’ha trovata morta il fidanzato nella tarda mattinata di ieri, in giardino. Vicino a lei i cadaveri della madre, Maristella Paffarini, 66 anni, dipendente della pubblica amministrazione e del padre, Enrico Scoccia, pensionato.
"Oddio, aiutatemi": è la richiesta disperata che una vicina di casa ha sentito urlare ieri mattina. Poco dopo, la strada alle porte della frazione si è riempita di auto e sirene. La tragedia familiare potrebbe risalire a diverse ore prima, forse addirittura giorni. Alcuni testimoni raccontano di aver sentito degli spari domenica mattina. Altri residenti nelle vicinanze spostano il ricordo a sabato sera, intorno alle 22. Esplosioni in una zona dove, però, si verificano anche episodi di bracconaggio.
Già da venerdì scorso l’auto della figlia sarebbe stata vista davanti al casolare dei genitori, che era andata a trovare. Le case più vicine non sono abitate, se non saltuariamente. Alcuni ogni giorno raggiungono la casa di campagna per occuparsi di animali e orto, senza trattenersi particolarmente a lungo. Sentiti a lungo dagli investigatori della mobile, avrebbero ricostruito le ore e i giorni precedenti al ritrovamento dei cadaveri, in base a quanto hanno potuto vedere o sentire. Ascoltati il fidanzato di Elisa, conoscenti e colleghi delle vittime.
Enrico Scoccia è stato dipendente della Galleria nazionale dell’Umbria. Cacciatore, aveva interrotto l’attività venatoria anche in conseguenza di un problema fisico poi superato, racconta chi lo conosceva, tanto da tornare alle battute nei boschi. Vicino al suo corpo, conferma la questura, è stato trovato un fucile, probabilmente l’arma del delitto.
Da chiarire il movente della tragedia. La famiglia non avrebbe avuto problemi economici, chi li conosceva riferisce di un clima domiciliare sereno, senza particolari dissidi o quanto meno così evidenti da far ipotizzare un simile epilogo. Certo a Fratticciola marito e moglie non facevano vita di comunità. Lo dicono in molti al bar della piazza, qualche centinaio di metri di salita dalla casa della strage: lei non si vedeva mai, lui molto poco. Non li conosceva nemmeno il parroco, don Giovanni.
La famiglia viveva nel casolare da una decina di anni dopo aver completato il recupero dell’immobile gravemente danneggiato dal terremoto del 1997. Marito e moglie vengono descritti come riservati e non particolarmente presenti nella vita del borgo, anche se Scoccia, più volte, aveva partecipato alle battute al cinghiale con una squadra del posto. La piccola comunità è rimasta incredula di fronte alla tragedia. In tanti si sono ritrovati nei pressi del casolare, il cui accesso è rimasto interdetto per tutta la giornata per permettere i rilievi degli investigatori. La terribile vicenda, per gli inquirenti, resta circoscritta alla
sfera familiare. Ed è in quest’ambito che si concentrano le indagini, alla ricerca di un movente.
Luca Fiorucci
Stefano Cinaglia