Luca Fiorucci
Cronaca

La morte di Samuele De Paoli, assolta la trans Patrizia. “Non sapeva che fosse morto”

Le motivazioni della Corte d’appello di Perugia: “Si è difesa dall’aggressione. E l’unico modo che aveva per farlo era stringere il collo del ragazzo”

L’assoluzione di Hudson Pinheiro, conosciuta come Patrizia

L’assoluzione di Hudson Pinheiro, conosciuta come Patrizia

Perugia, 34 giugno 2025 – “Hudson Pinheiro Reis Duarte si è difesa dall’aggressione di Samuele De Paoli. E l’unico modo che aveva per farlo, era stringere il collo del ragazzo, che era sopra di lei e la picchiava, con la mano destra, mentre il braccio sinistro era schiacciato contro la portiera dal lato del conducente dell’auto di Samuele. Non aveva idea che il ragazzo fosse morto, sennò non sarebbe tornata sul posto e con un testimone”.

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Lo scrivono i giudici della Corte d’appello di Perugia nelle motivazioni della sentenza con la quale è stata confermata l’assoluzione della trans Patrizia dall’accusa di omicidio preterintenzionale. Samuele venne trovato senza vita il 28 aprile 2021, in un canale di scolo tra i campi, a Sant’Andrea delle Fratte. “Pinheiro - scrivono i giudici - in buona sostanza, non avrebbe potuto conoscere le condizioni di peculiare rischio cardiaco in cui si trovava il suo antagonista, in quanto gravato in quel contesto da uno stato di sovraeccitazione psico-fisica cui non era certo estranea la ripetuta assunzione di cocaina”.

I giudici della Corte d’appello, presidente Paolo Micheli, così ricostruiscono il momento della colluttazione avvalorando l’ipotesi dell’autodifesa: “La ricorrenza della legittima difesa o quantomeno il ragionevole dubbio al riguardo della effettiva sussistenza di siffatta scriminante in favore dell’imputata, asseritamente trovatasi bloccata all’interno dell’abitacolo in posizione supina (sdraiata di schiena) sul sedile del guidatore con il fianco e il braccio sinistro costretti contro la portiera anteriore sinistra da De Paoli che la sovrastava con tutto il proprio corpo; in siffatta posizione obbligata Pinheiro aveva potuto utilizzare, per difendersi dalla brutale aggressione, soltanto il braccio destro afferrando al collo l’antagonista con la sua mano destra, stringendolo e cagionandone il decesso”.

Ma la lotta all’interno della vettura, per i giudici, è l’ultimo atto di un’aggressione “certamente iniziata con una serie di colpi inferti a freddo dall’esterno dell’auto verso la passeggera Pinheiro nel tentativo di rimuoverla con la forza dal sedile anteriore-destro che costei si rifiutava di abbandonare” e Pinheiro “era in qualche modo riuscita a svincolarsi e ad uscire dal veicolo e la colluttazione era certamente proseguita all’esterno dello stesso”.

Allo stesso modo, per i giudici, quella che definiscono una irrazionale manovra per spostare il corpo del ragazzo non fu fatta per nascondere il corpo, che sarebbe stato meno facilmente visibile, precisano, dentro l’auto del ragazzo. “Come avevamo intuito, la sentenza assolve Patrizia Pinheiro, sempre con formula piena, per la ritenuta sussistenza della legittima difesa, ricostruendo i maniera differente rispetto al Tribunale la colluttazione che ha portato alla morte di Samuele De Paoli - sottolinea l’avvocato Francesco Gatti, difensore dell’imputata - Siamo in ogni caso soddisfatti dell’esito, ed attendiamo serenamente gli sviluppi”.