
Grace Van Patten interpreterà Amanda Knox nella serie tv Alcune scene sono state girate a Perugia
L’attesa è finita. Il giorno del debutto è arrivato. Da oggi, su Disney + in Italia, sono visibili le prime due puntate di “The Twisted Tale of Amanda Knox“, di cui l’americana è produttrice insieme a Monica Lewinsky. Le altre puntate, otto in tutte, saranno in streaming una a settimana. Della vicenda di Amanda Knox e dell’omicidio di Meredith Kercher, oltre ad anni di trasmissioni televise e documentari, sono stati già realizzati film. Questa serie ha il punto di vista dell’allora studentessa americana che per quel delitto è stata arrestata e processata, prima condannata e poi assolta definitivamente dall’accusa di omicidio. Con lei Raffaele Sollecito che frequentava Knox l’1 novembre 2007. Condannato, invece, in modo definitivo Rudy Guede, che scelse di essere processato con rito abbreviato e che ha concluso di scontare la pena che gli è stata inflitta per omicidio in concorso, con i “concorrenti“ che per anni, secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbero stati proprio Knox e Sollecito, finché la Cassazione, in via definitiva, non li ha riconosciuti innocenti. Amanda Knox, invece, come noto, è stata condannata per la calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, da lei accusato di essere l’assassino della studentessa inglese. Condannata anche quando il procedimento, per solo questa ipotesi di reato, era stato riaperto in seguito al pronunciamento della Corte dei diritti dell’uomo che aveva rilevato irregolarità nell’interrogatorio della polizia nel corso del quale Knox accusò Lumumba. La realizzazione della serie è stata accompagnata da critiche e polemiche, anche politiche, per la scelta del Comune di Perugia di autorizzare la produzione a girare alcune scene nei luoghi in cui Amanda viveva all’epoca del delitto e che sono diventati in qualche modo “simbolo“ della vicenda. Critiche che hanno portato la sindaca Vittoria Ferdinandi a scusarsi con la comunità, una volta constatato come la ferita di quella vicenda fosse ancora aperta. Aperta per il dramma del delitto e la morte di una ventenne che, per buona parte dell’opione pubblica, ha avuto giustizia solo in parte e per il “tritacarne“ nel quale la città era piombata quando i riflettori di tutto il mondo si erano accesi sul capoluogo umbro per raccontare le vicissitudini giudiziarie legate al delitto, ma anche i fenomeni di microcriminaità che caratterizzavano, in particolare, il centro storico, con in primo piano lo spaccio di droga nei vicoli. Un racconto che aveva ferito Perugia con conseguenze, per esempio, anche sulle iscrizioni alle Università. Un colpo alla città che con il tempo sembra aver superato quel dolore, Ma, lo dimostrano i fatti, quello stesso non è ancora sopito.