
La segretaria generale della Cgil dell’Umbria: "Precariato, stipendi molto bassi e giovani che vanno via. Serve un cambio di passo".
di Daniele Cervino
PERUGIA
Maria Rita Paggio, la situazione economica della nostra regione è in chiaroscuro. Sebbene ci siano segnali positivi nel lavoro e nell’export la Banca d’Italia ha posto l’Umbria come fanalino di coda nazionale.
"Il sistema produttivo necessita di un cambio di passo strutturale e rapido perchè quantità e qualità del lavoro, salari e demografia sono negativi. La produttività e il valore aggiunto sono questioni aperte e irrisolte".
Cosa chiedete a chi governa?
"Alle Istituzioni, a cominciare dalla Regione, chiediamo di affrontare i nodi strutturali di un territorio che ha grandi difficoltà che si sono aggravate negli ultimi anni. Programmare la transizione dei settori strategici, aumentare la specializzazione produttiva, rafforzare gli investimenti in ricerca e innovazione, puntando sulla valorizzazione del territorio. L’indebolimento del sistema produttivo regionale è evidente e lo dimostrano le fuoriuscite di lavoratori e lavoratrici in somministrazione e in staff leasing, che silenziosamente a scadenza di contratto, vengono di volta in volta allontanati dai posti di lavoro; inoltre, le interruzioni di contratti a tempo determinato e l’attivazione di casse integrazioni ordinarie o straordinarie sono in crescita soprattutto in alcuni settori. Per questo chiediamo un Patto per il futuro dell’Umbria che metta al centro il lavoro sicuro, dignitoso e adeguatamente retribuito, e i diritti fondamentali come sanità e istruzione".
Intanto il governo Meloni ha ottenuto l’introduzione dell’Umbria nella Zona economica speciale (Zes). Un treno da non perdere?
"Bene la Zona economica speciale. Il riconoscimento tuttavia ratifica lo scivolamento verso il basso del sistema economico regionale, a conferma che non andava tutto bene come noi abbiamo denunciato, inascoltati per anni. Ora però servono i fatti, quindi tempi e risorse certe da destinare, insieme alle risorse del PNRR e ai fondi strutturali e delle Aree interne, ad una una nuova stagione che sia in grado di rilanciare il futuro dell’Umbria e dei cittadini soprattutto dei giovani. La qualità dell’azione pubblica è fattore decisivo per un nuovo sviluppo economico regionale, per questo le risorse disponibili vanno spese attraverso strumenti idonei con obiettivi precisi e condivisi".
Crisi dell’automotive. In Umbria le auto sono sempre più vecchie. E solo 2.800 sono elettriche. Cosa serve per rilanciare il comparto?
"La crisi non è solo legata al mercato dell’auto, ma a un contesto internazionale al quale dovrebbero dare risposta l’Europa e il governo, in Umbria possiamo solo evitare di affrontare le singole crisi ma costruire sinergie possibili fra le varie realta come chiederemo di fare al tavolo sull’automotive che si riunirà nei prossimi giorni regione".
Capitolo appalti.
"In Umbria è stato importante il traguardo della Legge regionale sugli appalti per i servizi alla persona che abbiamo conquistato nel febbraio 2024 che ad oggi è l’unica legge in Italia. Tuttavia resta aperto il tema degli appalti pubblici ad alta densità di manodopera come mense, pulizie, facchinaggio e gli appalto di opere pubbliche per i quali chiediamo alle amministrazioni pubbliche protocolli da costruite insieme a chi rappresenta quotidianamente il lavoro".
Stipendi e precarito: qual è la condizione salariale e occupazionale nella nostra regione?
"Abbiamo presentato un report della fondazione DI Vittorio sul Lavoro in Umbria: cresce solo il lavoro discontinuo, precario e sottopagato e su 231mila lavoratori dipendenti, oltre il 30% guadagna non più di 10mila euro lordi l’anno. Sono dati che confermano una situazione tutt’altro che rosea. Una condizione che evidenzia la necessità di un cambiamento strutturale delle politiche di sviluppo del nostro Paese, a partire da quelle riforme del lavoro introdotte negli ultimi decenni che, precarizzando e indebolendo il lavoro, non consentono più ai lavoratori di condurre una vita dignitosa, ma che non sono neanche state in grado di aumentare la capacità delle imprese di produrre ricchezza, come invece ci era stato promesso in maniera ideologica”".
Numerosi giovani non trovano qui terreno fertile e cercano lavoro altrove...
"E’ un segnale negativo che va avanti da anni. La crisi demografica della nostra regione si accentua perché i ragazzi che, non trovando qui opportunità di lavoro e di retribuzione adeguate alle loro professionalità, vanno via. C’è nella nostra regione un grande tema di crescita della qualità dell’occupazione che chiama in causa l’intero sistema economico regionale. Le condizioni di lavoro in Umbria, infatti, sono particolarmente deficitarie, con diffuso part time, retribuzioni molto basse".
L’Istat racconta anche altro: un territorio dove, nonostante tutto, si continua a vivere meglio della media nazionale. Paggio, siamo davvero poveri ma felici?
"Poveri sicuro, felici non saprei. Certo è che la nostra regione vive ancora la coda di un sistema di welfare pubblico che seppure martoriato dai tagli degli ultimi anni ha fatto la differenza nella vita delle persone e anche di una rete familiare e di comunità che è un grande aiuto alla qualità della vita. Ma ormai siamo ai titoli di coda se non si torna ad investire in sanità, sociale, non autosufficienza, trasporti e abitare con un occhio attento alle aree interne dove vive una parte significativa della popolazione regionale".
Sanità e sociale cosa chiedete alla Regione?
"Il nuovo piano sanitario deve garantire una sanità pubblica e universale accessibile e efficace in grado di dare ai cittadini risposte in tempi certi, senza essere costretti a pagare di tasca propria o peggio a rinunciare a curarsi. Chiediamo un confronto, che è iniziato, che entri nel merito dalla sanità territoriale, alla presa in carico, alla rete ospedaliera , all’integrazione sociosanitaria e a molto altro".
Paggio, gli infortuni sul lavoro non rallentano neanche d’estate: l’Umbria purtroppo è in zona rossa. Il bilancio dei primi mesi degli incidenti è drammatico: 13 morti. Cosa fare per aumentare la sicurezza?
"Bisogna contrastare il lavoro sommerso e irregolare, in particolare nella catena degli appalti e sub appalti, aumentare i controlli. Servono formazione e prevenzione, un’azione sinergica fra istituzioni, parti sociali e imprese. Un risultato molto importante è che la Regione Umbria ad aprile ha aperto un Tavolo di confronto su Salute e Sicurezza nei luoghi del lavoro accogliendo molte delle proposte delle organizzazioni sindacal".
E per domani avete promosso uno sciopero generale...
"Perchè quello che sta accadendo a Gaza è inaccettabile. Lo sterminio di un popolo inerme non può lasciare indiffernti e di certo indifferente non è la Cgil e il movimento dei lavoratori. Il massacro e la deportazione del popolo palestinesi vanno FErmati. Per questo domani anche in Umbria sarà sciopero generale con manifestazioni alle ore 17 a Perugia e Terni".