
L’Umbria è la seconda regione dove la spesa per l’alloggio nell’ultimo anno è aumentata di più. Nonostante questo i prezzi restano competitivi e i turisti continuano ad affollare le città.
La Nazione lo aveva anticipato nei giorni scorsi: a Perugia il caro-alberghi si è fatto sentire più che altrove, al punto che rispetto all’anno scorso, per una camera d’albergo l’aumento è stato di oltre dieci punti. Una ‘botta’ confermata poi dall’incremento rispetto al mese precedente che è stato addirittura di oltre 8 punti punti percentuali. Nel dettaglio da giugno a luglio i prezzi sono aumentati dell’8,6% nell’extralberghiero, del 7,6 in albergo e del 15,7 in campeggi e ostelli. Rispetto all’anno scorso l’aumento è stato tra il 10,2 e l’11,5 per cento. Tutto questo ha fatto sì che l’Umbria risulti come la seconda regione italiana in cui il costo per alloggiare è aumentato di più, con una percentuale del + 7,2 per cento (a Terni di certo le cose vanno meglio): siamo dietro soltanto alla Liguria, il cui tasso di inflazione per questa voce è stato del 7,3 e precediamo la Campania che ha un +5,7 per cento.
A raccogliere i dati l’Unione consumatori che ha condotto uno studio per stilare la classifica delle città che hanno avuto i maggiori rincari per quanto riguarda gli alberghi, elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di luglio e confrontandoli non solo rispetto alla scorsa estate ma anche rispetto ai tempi pre-crisi, ossia all’estate del 2021, prima della guerra in Ucraina e del decollo dei prezzi, dalla luce al gas. E basta tornare 4 anni indietro per rendersi conto che a Perugia i servizi di alloggio sono aumentati del 32 per cento (a fronte di un’inflazione del 18%): qui è vero che siamo sotto la media nazionale (38%), ma allo stesso tempo i ricari sono stati ben oltre quelli del tasso di inflazione e degli stipendi che invece non aumentano affatto. E così una camera che per un giorno costava 75 euro 4 anni fa, adesso ne costa 100; un alloggio da 150 euro è passato a 198 euro. Detto questo, ci sono due elementi significativi: il primo è che i prezzi restano comunque ancora competitivi e il secondo che al momento la risposta dei turisti è davvero importante in Umbria.
Tornando alle città, a vincere la classifica della città con i rialzi tendenziali più alti è Lucca, con un balzo astronomico del 20,2% rispetto allo scorso anno. Al secondo posto Caserta, con un incremento annuo del 13,7%. Medaglia di bronzo a Rimini con +10,9%. Se però confrontiamo i prezzi rispetto a 4 anni fa, il quadro si ribalta. A fronte di un’inflazione pari al 17,7%, i Servizi di alloggio sono decollati del 38,6%. Cambia anche lo scenario delle città: medaglia d’oro, infatti, è Venezia con un balzo del 64,7%, Medagli d’argento per Milano con +60%. Al terzo posto Firenze con +58,8%.
M.N.