
È stata "un’avventura indescrivibile". Così gli organizzatori Lucia Fiumi e Gianluca Liberali commentano l’edizione 2025 di “Suoni Controvento“, il festival...
È stata "un’avventura indescrivibile". Così gli organizzatori Lucia Fiumi e Gianluca Liberali commentano l’edizione 2025 di “Suoni Controvento“, il festival di arti performative che si è chiuso domenica a Montefalco con un omaggio a Pino Daniele. "Abbiamo viaggiato in luoghi fantastici dell’Umbria e ospitato artisti di grande livello e di ogni genere musicale – sottolineano – con eventi che hanno riscosso grandissimo successo di pubblico e tanti turisti che hanno seguito il programma del festival costruendo le proprie vacanze".
Questa nona edizione ha trasformato l’Umbria in un palcoscenico a cielo aperto con 58 eventi in due mesi e in 24 comuni della regione: nel dettaglio 35 concerti, 5 passeggiate letterarie, 9 escursioni, 4 panel (il festival ha rafforzato il suo impegno sociale con la collaborazione con Rai Umbria), 5 iniziative di animazioni e giochi per famiglie e bambini. In totale sono state circa 25mila le presenze, con 16mila biglietti venduti più il numerosissimo pubblico che ha seguito gli eventi gratuiti.
L’edizione 2025 si conferma un successo, consolidando la formula vincente del festival: unire la qualità artistica alla sostenibilità e alla valorizzazione del territorio. L’appuntamento è già per il 2026, anno del decennale, per fare un ulteriore passo avanti e consolidarsi come il festival di riferimento per l’intera Umbria.
"Stiamo già lavorando alla nuova edizione, quella dei 10 anni – dicono gli organizzatori – Suoni Controvento va avanti perché è una esperienza che gratifica noi che l’abbiamo ideata ma crediamo che sia di grande valore soprattutto per l’intera regione".
Si continua così a lavorare anche per il cambio di governance del festival, reso necessario dal livello raggiunto e per il coinvolgimento di tanti soggetti oltre che di tutto il territorio regionale. Obiettivo, rendere ’Suoni Controvento’ uno dei festival di riferimento a livello regionale "oltre che per il livello artistico, soprattutto per un discorso di promozione turistica visto che il festival fa scoprire dei luoghi sconosciuti con un approccio di ‘slow tourism’ che incoraggia i visitatori a vivere l’Umbria con lentezza e consapevolezza".