
La presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Sarah Bistocchi, illustra la proposta di legge di riordino dei Garanti
Dovranno avere la laurea, agiranno in autonomia e in piena indipendenza dagli organi politici e regionali. Per loro a disposizione un ufficio a palazzo Cesaroni, che fornirà i locali e i mezzi strumentali. Nuove norme e soprattutto più potere decisionale ai garanti dei detenuti, dei minori e quello dei disabili. Si basa su questi presupposti la proposta di legge per il “Riordino della disciplina legislativa dei Garanti regionali in Umbria“, presentata dalla presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Sarah Bistocchi. "Tre figure importantissime – rimarca Bistocchi – che danno tutela a fasce specifiche di fragilità e voce a chi voce non ne ha".
"L’obiettivo è chiaro: rafforzare questi ruoli per rendere così più efficace la garanzia e la tutela dei diritti dei cittadini, in particolare quindi per le categorie più vulnerabili. Per queste figure - spiega Bistocchi - c’era la necessità di una normativa più coerente e uniforme, per avere tre garanti non come corpi estranei e diversi ma come dita di una stessa mano. La proposta di legge nasce quindi dalla necessità di riordinare, rendere omogeneo e semplificare il panorama normativo regionale. Attualmente le disposizioni relative alle tre figure dei garanti regionali sono frammentate in diversi atti normativi. L’intenzione di questa iniziativa legislativa è, pertanto, di unificare in un unico testo organico tutte le norme pertinenti, garantendo maggiore chiarezza, coerenza e funzionalità all’azione di queste figure regionali di garanzia, apportando elementi di novità rispetto all’attuale normativa".
Bistocchi ha precisato che un punto cardine della proposta è la piena affermazione dell’autonomia e dell’indipendenza degli organi di garanzia. Opportuno poi, secondo la presidente dell’assemblea legislativa, che i tre Garanti vengano riportati a Palazzo Cesaroni liberando spazi in altri luoghi dove avevano sede.
Tra le novità anche la durata del mandato, che sarà triennale, non più quinquennale, e rinnovabile. La proposta di legge vuole infine rendere omogenea anche l’indennità da loro percepita, che sarà pari al 15% di quella di un consigliere regionale. Inoltre è richiesto il possesso della laurea. Lunedì la proposta di legge sarà all’ordine del giorno della Prima commissione consiliare, per poi procedere con l’iter legislativo.
Silvia Angelici