Esame Suarez: l'inchiesta, parla l'esaminatore: "Non è vero che non sa l'italiano"

Lorenzo Rocca, uno degli indagati della procura di Perugia, dà una sua spiegazione

Luis Suarez a Perugia

Luis Suarez a Perugia

Perugia, 24 settembre 2020 - "Non è vero che Suarez non parla l'italiano o lo sa male. Sa coniugare i verbi. Le intercettazioni emerse vanno contestualizzate". Così Lorenzo Rocca, l'esaminatore indagato dalla procura di Perugia per il caso della presunta truffa dell'esame di Luis Suarez, l'attaccante del Barcellona (peraltro passato in queste ore all'Atletico Madrid) che ha sostenuto l'esame di italiano all'Università per Stranieri del capoluogo umbro per poter ottenere la cittadinanza italiana e quindi, in un periodo in cui ancora sembrava potersi accasare al club bianconero, passare alla Juventus

Secondo le accuse l'esame sarebbe stato una farsa: Suarez avrebbe saputo in anticipo le domande della prova.

Le parole dell'esaminatore

"Tutto va contestualizzato. Le intercettazioni sono solo una parte di un tutto - dice ancora Rocca - C'è un'inchiesta in corso… quello che posso dire, d'accordo con il mio avvocato, è che ho deciso di non avvalermi della facoltà di non rispondere. Martedì sono stato convocato dal pm e ho avuto un lungo colloquio, assolutamente sereno e pacato, nel segno della massima cordialità e del rispetto reciproco".

"Mi è stato chiesto e mi è stato consentito di puntualizzare alcuni aspetti anche relativi ad alcune modalità" spiega l'indagato che, a una tv spagnola, aveva detto che ''il ragazzo comprendeva sempre e non aveva problemi di ascolto'', nonostante la collega Stefania Spina nelle intercettazioni rivelasse ben altro.

"La commissione è formata da due persone. Suarez lo abbiamo ascoltato in due", aggiunge. Spina diceva che Suarez ''non spiccica una parola'', ma Rocca lo ha certificato B1 ''con abilità linguistiche tali da sapersi gestire in situazioni ampiamente prevedibili della vita sociale e lavorativa''. "Questo punto è molto importante. Ma è anche un punto centrale dell'indagine e non posso rispondere. L'ho fatto, ma davanti al pm", dice l'esaminatore.

"Paratici più importante di Mattarella"

"Ha chiamato Paratici", ovvero Fabio Paratici, il diesse della Juventus che, nei primi giorni di settembre, era in trattativa per portare a Torino Luis Suarez dal Barcellona. Lo dice Simone Olivieri, il direttore generale della Stranieri di Perugia, in un’intercettazione agli atti dell’indagine. "Paratici è più importante di Mattarella", dice un interlocutore - LEGGI L'ARTICOLO

"Dobbiamo aiutare il centravanti"

"Con la Juve ho buoni rapporti. Ci stanno chiedendo di fare in fretta", si raccontavano gli intercettati, riferendosi all'interessamento della società. Ma un conto è chiedere di accelerare i tempi, o anche invitare a farlo, per firmare un contratto prima della chiusura del mercato; un altro è istigare a truccare l'esame. Distinzione che i pubblici ministeri guidati dal procuratore Raffaele Cantone hanno ben chiara nel portare avanti l'indagine alla ricerca dell'ipotetico corruttore. "Tu sai che io ho buoni rapporti con la dirigenza della Juventus", dice il rettore dell'università statale Maurizio Oliviero (non indagato) in una telefonata con il direttore generale di quella per gli stranieri Simone Olivieri, inquisito per corruzione, falso e violazione di segreto. E aggiunge, si legge ancora, "dobbiamo aiutare il nostro centravanti".