
La galleria centrale di Collestrada
Perugia, 11 maggio 2025 – Fumata nera per l’ampliamento del Centro commerciale di Collestrada, progetto da 125 milioni di euro, 25mila metri cubi e 600 posti di lavoro. Se ne parla ormai dal 2017 ma il confronto andato in scena venerdì tra una delegazione della giunta comunale guidata dalla sindaca Vittoria Ferdinandi e da quella di Eurocommercial Properties Italia srl, il colosso che ha in portafoglio il centro, mette in serio pericolo la realizzazione delle nuove strutture così come la realizzazione della nuova stazione ferroviaria nell’area.
L’amministrazione ha bocciato i piani di Eurocommercial, esprimendo diversi dubbi sul progetto: dalla viabilità alle ripercussioni dell’ampliamento che impatterebbero sul piccolo commercio. Questo nonostante le rassicurazioni della società, in particolare sul primo punto, che ha dal canto suo sottolineato numeri e atti degli uffici favorevoli ottenuti da tempo, sia per la parte urbanistica che per la viabilità, con la precedente giunta Romizi.
Intanto Eurocommercial, guidata dall’asset manager Luca Cagnani, ha chiesto al Comune di mettere nero su bianco le proprie motivazioni allo stop di un progetto che dovrebbe portare 800 nuovi posti di lavoro, tra i 200 del cantiere e i 600 delle nuove attività commerciali. L’amministrazione Ferdinandi considera invece ancora strategica la stazione di Collestrada, di supporto anche al vicino aeroporto, ma l’eventuale stop all’ampliamento commerciale spingerebbe Eurocommercial a rinunciare a partecipare, a proprie spese, a tutte le opere non ferroviarie e di collegamento al parcheggio da 800 posti auto.
Così, dopo mesi di interlocuzione, quattro incontri formali e una lunga trattativa, il gruppo olandese ha ricevuto un chiaro rifiuto. Il clima, pur restando nei limiti del confronto istituzionale, si è fatto teso, lasciando trapelare un certo disappunto da entrambe le parti, con un grande investimento che rischia di vanificarsi, nonostante i pareri favorevoli ricevuti da diversi enti, tra cui la Regione e Anas, che aveva ritenuto compatibile la viabilità prevista nel progetto con quella del futuro Nodo stradale in costruzione.