SARA MINCIARONI
Cronaca

Centro di accoglienza. Botta e risposta in Regione sul progetto contestato

Il consigliere Nilo Arcudi chiede lumi: "Sussistono preoccupazioni concrete". L’assessore Fabio Barcaioli: "Scelta non nostra ma del Ministero dell’Interno".

Cittadini in assemblea sul progetto del Centro di accoglienza straordinaria varato dal Viminale

Cittadini in assemblea sul progetto del Centro di accoglienza straordinaria varato dal Viminale

"Chiarimenti su iter, dimensionamento e rispetto delle esigenze territoriali sul progetto del Centro di accoglienza permanente a Piegaro" sono stati chiesti, in Consiglio regionale, nella parte dedicata alle interrogazioni a risposta immediata (question time) dal consigliere Nilo Arcudi (Tesei presidente-Umbria civica) che ha ricevuto la risposta dell’assessore Fabio Barcaioli. Illustrando l’atto in Aula Arcudi ha riferito che "sono state espresse preoccupazioni concrete riguardo la carenza di infrastrutture adeguate (sanità, trasporti, servizi sociali), l’assenza di forze dell’ordine sul territorio, tale da non poter garantire un controllo adeguato ed il mancato rispetto del principio di proporzionalità (2,5 ospiti ogni 1000 abitanti), come da linee guida Anci. Sono state trasmessa alla Prefettura oltre mille firme raccolte tramite petizione popolare, chiedendo la sospensione o la ridefinizione del progetto. Inoltre è in formazione un Comitato spontaneo di cittadini intenzionato a contrastare l’iniziativa. Il territorio di Piegaro ha già dato prova di spirito di accoglienza in passato, ma richiede una pianificazione equa, condivisa e sostenibile". L’assessore Barcaioli ha risposto che "il progetto di attivazione di un Centro di accoglienza straordinaria a Piegaro, così come è stato delineato, solleva alcuni interrogativi che considero con la massima attenzione". Barcaioli ha spiegato di aver "incontrato il prefetto di Perugia per analizzare alcune questioni. La Regione non è stata preventivamente informata e neppure coinvolta. L’attivazione dei Cas (Centri accoglienza straordinaria) è di competenza esclusiva del ministero dell’Interno, che opera per il tramite delle Prefetture, senza obbligo di consultazione con Regione e enti locali. Ciò evidenzia una criticità su come sono stati concepiti i Cas. La Regione non ha informazioni ufficiali e non ha potuto esprimere valutazioni sulla idoneità della struttura, sul numero delle presenze previste o sulla effettiva compatibilità territoriale. La soglia indicata da Anci non rappresenta un vincolo giuridico ma una indicazione utile per evitare concentrazioni squilibrate. I Cas sono pensati per ospitare una persona extracomunitaria per 3-4 mesi, in attesa dell’arrivo dei documenti, per poi essere inserita in un percorso di integrazione vera e propria con i Cai. Spesso però i mesi diventano 18 o 24".