
Un momento della presentazione del progetto «Safe», per assicurare la tutela della salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale
Salute e accoglienza per le fragilità emergenti. In una parola "Safe", per assicurare la tutela della salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale (Rtpi), inclusi i minori stranieri non accompagnati (Msna), in condizioni di vulnerabilità fisica e/o psichica presenti nei centri di accoglienza del territorio regionale (Cas e Sai).
Tra gli obiettivi del progetto, della durata triennale e presentato a Palazzo Donini di Perugia, ci sono la promozione di un modello integrato ed uniforme di governance territoriale tra servizi sociali e sanitari; l’attivazione di servizi dedicati al supporto della gestione della presa in carico degli Rtpi da integrare ai servizi (sociale e salute) presenti sul territorio; il rafforzamento delle competenze degli operatori sociali e sanitari nella gestione della presa in carico dei Rtpi e percorsi di alfabetizzazione sanitaria rivolti al target group.
A rafforzare i servizi sanitari e sociali per la gestione delle vulnerabilità dei migranti ci sarà anche una équipe multiprofessionale e la mediazione linguistico-culturale. Safe è finanziato con il Fondo Fami (Fondo Asilo, migrazione e integrazione) 2021-2027, che vede come soggetto capofila l’Usl Umbria 1 e come partner Usl Umbria 2, Anci Umbria, Cidis Impresa Sociale ets e Famiglia Nuova Società Cooperativa Sociale.
"Vogliamo dare una risposta integrata - ha spiegato Emanuele Ciotti, direttore generale Usl Umbria 1 - che non significa solo servizi in più ma anche conoscenza e alfabetizzazione sanitaria. I servizi devono essere conosciuti e compresi. Possiamo pensare alle campagne di screening che la popolazione migrante non conosce, così come il tema grande delle vaccinazioni".
Per sottolineare la necessità del progetto è stato evidenziato che circa il 70% dei richiedenti e dei minori non accompagnati presenta delle vulnerabilità psico-sociali generali. I richiedenti e titolari di protezione internazionale sono infatti una popolazione a elevato rischio di sviluppare sindromi psicopatologiche a causa della frequente incidenza di esperienze stressanti o propriamente traumatiche. In questo contesto le due Usl umbre lavoreranno per il potenziamento e l’apertura di ambulatori per migranti.