
È morto a Perugia a 86 anni Antonio Sgamellotti, pioniere del dialogo fra scienza e arte
Perugia, 22 agosto 2025 – È morto a Perugia a 86 anni, città dove ha anche insegnato per 35 anni Chimica inorganica e teorica, Antonio Sgamellotti, pioniere del dialogo fra scienza e arte, protagonista delle ricerche in questo settore a livello internazionale.
Si devono a lui, per esempio, le ricerche condotte a Villa Farnesina, al Centro Linceo di Ricerca sui Beni Culturali, nelle quali ha identificato il più antico colore artificiale della storia, il "blu egizio", negli affreschi di Raffaello. Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei, Sgamellotti si era laureato in Chimica all'Università Sapienza di Roma e ha collaborato a lungo con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel quale ha fatto parte del Comitato nazionale per le Scienze chimiche dal 1988 al 1994 e del Consiglio direttivo a cavallo degli anni 2000.
È stato inoltre direttore del Centro "Calcolo Intensivo in Scienze Molecolari" del Cnr. "Di un entusiasmo e passione contagiosi, internazionalmente noto, lo rimpiangono le comunità delle scienze dei materiali e delle arti visive, tra le quali ha stabilito un dialogo e un ponte duraturo con creatività visionaria. Inarrivabili le sue doti carismatiche di maestro e organizzatore", rilevano in una nota i colleghi dell'Accademia dei Lincei. "I colleghi che hanno condiviso con lui anche solo parte del loro percorso - prosegue la nota - ereditano straordinari progetti e prospettive nazionali e internazionali da portare avanti". Chimica inorganica teorica e la sua applicazione rivoluzionaria ai beni culturali sono i due ambiti nei quali si concentra l'eredità culturale di Sgamellotti. Rilevante, in particolare, il ruolo nel Molab, il Laboratorio Mobile per la ricerca sulle opere d'arte artistici, riconosciuto come infrastruttura di ricerca dall'Unione Europea: grazie ad esso è stato possibile studiare sul posto la composizione chimica di dipinti e affreschi senza danneggiarli. Le ricerche condotte a Villa Farnesina, infine, con l'identificazione del blu egizio nel Trionfo di Galatea di Raffaello hanno svelato dettagli preziosi sulle tecniche pittoriche rinascimentali. "La sua visione - osservano i Lincei - ha sottolineato l'importanza di un approccio interdisciplinare e di una stretta collaborazione tra storici dell'arte, conservatori e scienziati per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale".