STEFANO CINAGLIA
Cronaca

Accesso abusivo al pc della Procura

Confermata dalla Cassazione la condanna a sei mesi di reclusione inflitta in Appello a un pubblico ufficiale

Spiato, secondo i giudici, un procedimento che poteva coinvolgere. una dirigente

Spiato, secondo i giudici, un procedimento che poteva coinvolgere. una dirigente

Confermata dalla Cassazione la condanna a sei mesi di reclusione che la Corte d’Appello aveva inflitto a un pubblico ufficiale, all’epoca dei fatti in servizio alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Terni, accusato di accesso abusivo a sistema informatico. Il funzionario era stato assolto in primo grado dal Tribunale di Terni e ha presentato ricorso, respinto dalla Suprema Corte, contro la sentenza di condanna emessa dai giudici di secondo grado, ai quali si era appellato il pm. L’addetto alla sezione di polizia giudiziaria della Procura, ricorda la Cassazione, era stato condannato in appello per essersi introdotto "abusivamente nel sistema informatico per monitorare un procedimento iscritto a carico di ignoti che riguardava una dirigente dell’ufficio". Il ricorso contro la condanna verteva tra l’altro sulla tempistica dei pronunciamenti della stessa Cassazione su episodi di accesso ai sistemi informatici da parte di pubblici ufficiali. "Per i giudici di appello - cosi la Cassazione nella sentenza in cui respinge il ricorso – i plurimi accessi dell’imputato, susseguitisi in pochi giorni, erano avvenuti, di fatto, fuori dei limiti e delle condizioni legittimanti ed erano rappresentativi, invece, di una modalità di “stretto monitoraggio“ dell’evoluzione del procedimento iscritto a carico di ignoti e del suo eventuale passaggio a carico della dirigente". Per i giudici d’appello, osserva sempre la Cassazione, c’era "colleganza e amicizia tra l’imputato e il soggetto che aveva presentato denuncia contro ignoti".

Ste.Cin.