
Singolare condanna per tre gingegneri che erano finiti a processo per avere rubato un software per domotica in una villa
ORBETELLO
Una società, i suoi due soci e un dipendente, sono stati condannati dal Tribunale di Grosseto in un processo per reati informatici concluso ieri e riguardante un avanzato software per la gestione domotica di una villa all’Argentario. I tre imputati, tutti ingegneri, sono stati condannati a una pena di 4 mesi di reclusione con le accuse, a vario titolo, di furto di proprietà intellettuale e rivelazione di segreto industriale, oltre al risarcimento in solido delle spese legali e processuali. Gli imputati sono stati assolti invece dall’accusa di frode informatica. La sentenza del giudice Agnieszka Karpinska ha disposto anche il rinvio al tribunale civile per la quantificazione del risarcimento del danno alle parti civili, Nicola Tinucci e Alessandra De Siati, ideatori della tecnologia rubata. Condannata come responsabile civile la società Nextworks Srl di Pisa. Il pm aveva chiesto una condanna a 3 mesi dei tre imputati persone fisiche. Il software, denominato CentricHub, era una piattaforma ideata e sviluppata da Tinucci nella società Eggzero, fondata insieme ad Alessandra De Siati, e rappresentava una delle piattaforme più evolute per la domotica e i sistemi integrati, applicati sia alla nautica da diporto sia alle abitazioni di lusso. Il software fu installato nelle dimore italiane di un finanziere russo (estraneo al procedimento). Tuttavia un ex dipendente di Eggzero passò alla concorrenza - ossia alla ditta condannata - portando via il know-how. Fu presentata denuncia nel 2018 alla Polizia Postale a Lucca, poi il procedimento fu seguito dalla procura di Firenze, per competenza distrettuale in materia di crimini informatici, col sostituto Ester Nocera. "Il know-how fu sottratto e utilizzato dagli imputati, oggi riconosciuti colpevoli di rivelazione di segreto industriale - spiegano Tinucci e De Siati assistiti dagli avvocati Lodovico Mangiarotti e Michele Bencini - Siamo sollevati nel vedere finalmente riconosciuta la responsabilità penale per il grave furto di tecnologia che abbiamo subito sette anni fa", "ma non potrà restituirci né l’azienda né gli anni di vita e sacrifici sottratti a noi e ai nostri collaboratori".