
Al lavoro nei campi e nelle serre. Come cambia l'agricoltura
Firenze, 21 luglio 2025 – Da un lato saperi e tradizioni da tutelare, come quella dei butteri, che hanno segnato per secoli la storia, il lavoro e il paesaggio della Maremma, o come le antiche semenze. Dall’altro tecnologie e tecniche innovative: dall’uso dei satelliti per ottimizzare la rotazione delle colture, al Vigneto 4.0 o alla discesa in campo della robotica. Oggi, forse come mai prima, l’agricoltura è il luogo in cui passato e futuro s’incontrano, in cui difesa di ciò che è stato e gestione di nuove sfide dettano l’agenda. Ed è proprio a questo incrocio, a queste sinergie, che è dedicato il Festival Agrofutura, nato da un progetto di Qn, La Nazione e il Resto del Carlino, in collaborazione con due regioni che vedono l’agricoltura da sempre protagonista, come la Toscana e l’Emilia-Romagna.
La kermesse, che ha già registrato con successo le sue prime tappe nelle due regioni, arriva ora ad Alberese, nel cuore della Maremma toscana, uno dei luoghi cardine in ambito agricolo, sia per il suo presente di grande impegno imprenditoriale nel settore, sia per il suo passato, fatto di un’agricoltura non a caso spesso definita “eroica”, che ha inciso profondamente nell’immaginario popolare e influenzato opere d’arte, creazioni letterarie e canzoni.
Oggi la Maremma non è più “amara”, caratterizzata com’è da paesaggi mozzafiato, città da scoprire e forte attrattività turistica, ma per chi vive di agricoltura e con l’agricoltura le sfide della quotidianità non sono meno importanti. Si va dalla necessità di tutelare e proteggere le specie vegetali e animali autoctone, minacciate dai cambiamenti climatici e dalla ridotta resa, ai tanti tentativi di affrontare con successo il diverso alternarsi delle stagioni, spesso con periodi di pioggia eccessiva seguiti da lunghe fasi di siccità. Ecco allora che unire passato e presente diventa non solo giusto, ma assolutamente urgente e necessario. Perché per recuperare antiche specie servono le ultime innovazioni in ambito scientifico, per tentare la strada di un’agricoltura rigenerativa diventa strategica la presenza, sui quegli stessi terreni, di specie autoctone come la vacca maremma, per provare a organizzare un’irrigazione di precisione serve l’uso dei satelliti.
Anche la scelta della location di questa nuova tappa del Festival Agrofutura è tutt’altro che casuale. Proprio la Tenuta di Alberese è infatti una delle sedi di Ente Terre Regionali, il soggetto che realizza piani e progetti unitari di valorizzazione agro-forestale su tutto il territorio regionale, che svolge attività di ricerca applicata e sperimentazione, tutela le produzioni e le risorse genetiche autoctone e gestisce il parco stalloni regionale.
“In Toscana non si capisce se a dipingere sono i pittori o i contadini” scriveva Indro Montanelli, evidenziando proprio quell’intreccio fra universo agricolo, paesaggio e mondo culturale (ma anche scientifico) che qui è sempre esistito. Oggi, più che mai, quest’incontro fra mondi e tempi diversi diventa centrale. Ed è proprio per raccontarlo, ascoltarlo, supportarlo che è nato il Festival Agrofutura.