FIRENZE
Nel contesto attuale gli agricoltori invecchiano, le imprese familiari diminuiscono e interi territori rischiano di perdere non solo produzione, ma anche paesaggi, tradizioni e saperi. "Una chiave per invertire la rotta c’è, ed è l’innovazione – osservano Gianluca Brunori, docente di Politica Alimentare Università di Pisa e Alessio Cavicchi, docente di Agribusiness e Sviluppo Rurale Università di Pisa –. I giovani che scelgono di investire in agricoltura puntano a costruire nuovi modelli di impresa, capaci di garantire reddito, qualità del lavoro e qualità della vita attraverso un’innovazione a tutto tondo, che combina le nuove tecnologie con l’innovazione sociale e organizzativa e stimola, nel confronto con il territorio, innovazione istituzionale: ne risultano figure come l’ecopreneur, l’imprenditore sociale, il green entrepreneur".
In Toscana, tante aziende medio-piccole "hanno già trovato la loro strada puntando – aggiungono i due studiosi – su filiere corte, vendita diretta, agriturismo esperienziale, agricoltura biologica e sociale. Qui la forza sta nel valorizzare il legame col territorio, con le denominazioni di origine, i distretti del cibo e soprattutto con le comunità locali. A rendere tutto più efficace, le nuove tecnologie possono aiutare nella gestione dei dati, comunicazione digitale, riduzione del carico burocratico e del lavoro manuale. La Regione Toscana offre strumenti per facilitare la creazione di imprese giovani sostenendo anche l’introduzione di innovazioni. Questi strumenti, combinati con la formazione, la consulenza, le Demofarm pubbliche e private e i progetti di cooperazione nel cosiddetto modello a “quadrupla elica” (in cui imprese, istituzioni, associazioni e università collaborano fianco a fianco intorno alla soluzione di specifici problemi), possono compiere il necessario salto di qualità".
E non mancano gli esempi concreti: "In Garfagnana, studenti dell’Università di Pisa hanno lavorato con comunità e imprese locali su progetti di sostenibilità, presentando soluzioni condivise con i cittadini. Il Centro delle Competenze sui Prodotti Agroalimentari Tradizionali valorizza circa 470 specialità toscane, coinvolgendo associazioni, giovani imprenditori, ristoratori e grande distribuzione. La Comunità di pratica per l’agricoltura di precisione e la digitalizzazione in ambito agricolo stimola aziende agricole, ricercatori, consulenti e imprese che sviluppano tecnologia a confrontarsi intorno ai problemi della digitalizzazione e a elaborare idee progettuali. Un progetto di dottorato sta affrontando il tema dello spreco alimentare, studiando come recuperare le eccedenze agricole e redistribuirle a chi ne ha bisogno. Il coinvolgimento diretto di universitari e delle scuole è cruciale per far comprendere ai giovani il valore di una vita lavorativa in agricoltura, attraverso dati, evidenze e testimonianze concrete che ne mostrino le opportunità, la dignità e la sostenibilità. Quando i giovani entrano in agricoltura, entrano anche nuove idee, nuove tecnologie, nuove reti. E con loro, cresce la possibilità di un’agricoltura più giusta e sostenibile".