
Uno dei tratti interessati dal cantiere sulla Siena-Grosseto, con il limite di velocità a 40 chilometri orari
Siena, 4 giugno 2025 – Partiamo dalle certezze: questa e la prossima estate saranno ancora due stagioni di passione per tutti coloro che transiteranno sulla Siena-Grosseto, specie intorno alle date festive.
Ormai non è più una sorpresa anche se migliaia di automobilisti lunedì si sono ritrovati in colonna per ore, di ritorno dalla mini-vacanza di tre giorni. La certezza è dettata dal fatto che sicuramente prima della fine del 2026 il raddoppio non sarà completato e quindi resteranno uno o più imbuti a due corsie a causare il blocco della viabilità.
Sulle cause e i ritardi di un raddoppio considerato necessario già negli anni Settanta e ancora incompiuto, si sono scritti fiumi di parole. Oggi, però, quel che più conta è riuscire a intravedere la fine dell’opera.
La scansione temporale, aggiornata sul sito dell’Anas alla data di ieri, indica la fine dell’anno per la riapertura della galleria di Pari (che il 21 agosto spegnerà le dieci candeline, dal crollo del rivestimento interno del 2015), marzo del 2026 per il lotto 9 tra il bivio di Orgia e il viadotto di Ornate - quindi il tratto interamente senese -, la fine del 2026 per il lotto 4 a Civitella, tratto breve ma particolarmente impegnativo, tra i lunghi viadotti e la nuova galleria.
Fino ad allora, ci si può scordare un rientro agevole la sera del giorno festivo, così come un viaggio sento intoppi in direzione mare il sabato mattina. E fino ad allora appare anche difficile immaginare soluzioni all’ingorgo continuo: non esistono misure che possano mitigare in senso decisivo l’impatto del dimezzamento di una strada ad altissima densità di traffico.
Quello che si può chiedere è una manutenzione dignitosa su quei tratti a due corsie che, finché non saranno dismessi, devono consentire ancora un transito regolare, così come la celerità massima nel completamento del raddoppio.
Tutt’altra questione, che riguarda però principalmente la sicurezza stradale e non tanto la rapidità dei collegamenti, è quella del lotto zero all’altezza di Siena. Il collegamento tra Siena-Bettolle e Siena-Grosseto ha un costo esorbitante, stimato in 350 milioni di euro, l’iter è adesso agli inizi e si preannuncia assai lungo.
Ma non pare realistico, per l’entità della spesa, ipotizzarne una realizzazione celere. E a dirla tutta fa sorgere anche dubbi sulla sua reale utilità - a quell’importo -, tanto più che il territorio senese ha altre priorità: i 60 milioni che mancano per dare il via alla Monteroni-Monsindoli, collegamento essenziale sul versante sud della città, le condizioni eternamente precarie dell’Autopalio dai cantieri stanziali (con tre-quattro interruzioni per direzione di marcia), l’allarme diffuso per lo stato di salute della Cassia in particolare per quanto riguarda i ponti.
Su quest’ultimo aspetto ieri paiono essere arrivate schiarite dal confronte tra Province e Ministero (vedi articolo nella pagina a fianco), ma il quadro è destinato a essere complicato a lungo. Se in questo caso l’orizzonte è aperto, si spera invece di riuscire a chiudere la partita della Siena-Grosseto entro la fine del 2026. Se così sarà, resteranno due estati di lunghe code, percorsi alternativi, tentativi di partenze strategiche per aggirare l’ostacolo del raddoppio che alla fine sarà durato oltre due decenni.