GIOVANNI PELLICCI
Cronaca

Vendemmia di qualità ma uve in calo del 13%

La vendemmia 2025 dà i numeri. Sono quelli di Unione Italiana Vini, Assoenologi e Ismea che ieri a Roma hanno...

Le intense piogge degli ultimi giorni non hanno aiutato il settore che sta attraversando un momento complesso

Le intense piogge degli ultimi giorni non hanno aiutato il settore che sta attraversando un momento complesso

La vendemmia 2025 dà i numeri. Sono quelli di Unione Italiana Vini, Assoenologi e Ismea che ieri a Roma hanno illustrato le previsioni vendemmiali per l’annata corrente, annunciata in Italia in aumento dell’8% sul 2024. Sono infatti previsti oltre 47,4 milioni di ettolitri di vino: lo scorso anno si era arrivati a 44. In Toscana si registra uno dei cali più netti a livello nazionale: -13% di uve. E questo dato, in realtà, farà piacere a tutta la filiera perché il settore sta attraversando una fase complessa per tanti motivi e i consumi sono in calo. Produrre meno, quindi, non è affatto un male. Senza dimenticare che le giacenze attuali in cantina contano ancora oltre 37 milioni di ettolitri totali.

"I dati sono frutto di un andamento climatico molto variabile ed incerto – ha spiegato il Direttore Generale di Assoenologi, il senese Paolo Brogioni -. In generale abbiamo registrato temperature sopra la media, sia nelle minime che nelle massime, e precipitazioni abbondanti, soprattutto ad agosto. Nonostante questo, siamo alle prese con un’annata importante sotto l’aspetto qualitativo e adeguata dal punto di vista quantitativo. Molto dipenderà dalle evoluzioni dei prossimi giorni". Si perché tra i vigneti toscani e senesi si deve ancora iniziare o quasi. Le premesse sono positive per la qualità dei vini: i bianchi prevedono buone intensità e i rossi avranno un’ottima concentrazione e un interessante potenziale evolutivo. Però l’abbondante pioggia caduta ieri su tutto il territorio non rientra tra i desiderata dei vignaioli. "Possiamo fare festa per la qualità dei vini che arriveranno – ha detto Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini – ma per la quantità serve un giro di vite. Con questi numeri garantire remunerazione al settore è difficile. Per questo sul fronte delle rese per ettaro possiamo fare di più per diminuirle e il nostro Paese deve rivedere la questione delle autorizzazioni ai nuovi impianti, perché la quota attuale dell’1% non è sostenibile. Fermiamoci per un paio di anni". L’Italia, infatti, si conferma primo produttore al mondo di vino anche quest’anno. La Francia, al secondo posto, arriverà a quota 37 milioni di ettolitri; la Spagna a poco meno di 37.

Insomma, i principali concorrenti stanno producendo meno anche per scelte precise in questa direzione. Intanto a Montalcino la data segnata di rosso sul calendario è quella di lunedì 15 settembre, quando inizierà ufficialmente la vendemmia. "Il vigneto è in salute, con ottima qualità delle uve con un potenziale per vini equilibrati e di grande espressività. Le premesse sono positive, soprattutto dal punto di vista qualitativo" dice il presidente del Consorzio, Giacomo Bartolommei.

Giovanni Pellicci