
I colligiani non sono affatto convinti dal progetto del ‘tubone’ e nonostante la recente sentenza sono pronti a dare battaglia per evitare la realizzazione
Di acqua ne è passata sotto il ponte di San Marziale, ma il caso del Tubone continua a far parlare. Il Coordinamento Salviamo l’Elsa scrive a La Nazione commentando le parole di Luca Miris, legale rappresentante della società proponente del progetto. "Il tubone – viene affermato in una nota – non era un ‘progetto virtuoso’ nel 2017, quando è stato concepito e tantomeno lo è oggi: il fiume ha un’importanza sempre maggiore, grandi valori naturalistici riconosciuti, e portate d’acqua sensibilmente diminuite. L’Elsa è all’origine della storia della città, ne è il polmone verde, il cuore dello sviluppo turistico e culturale, è percorso dalla Francigena ed è al centro della candidatura a Capitale della Cultura 2028: non possiamo togliergli l’acqua. Il progetto è obsoleto e si inserisce in un contesto che non può assolutamente recepirlo a livello ambientale, economico, paesaggistico, sociale e culturale". "Non si tratta di un progetto ‘incompreso’, come afferma Miris: la cittadinanza tutta è ben informata, come dimostra la grande partecipazione alle iniziative pubbliche, ed è contraria in modo quasi unanime. Durante le scorse elezioni comunali l’argomento era tra i più importanti all’ordine del giorno, sviscerato in dettaglio, con tutti i candidati schierati contro il progetto". "Realizzare il tubone salvaguardando il fiume non è possibile e quanto alle ‘soluzioni per un migliore inserimento’, di cui parla Miris, facciamo notare che il problema più grosso è il prelievo stesso dell’acqua, necessario al funzionamento dell’impianto: anche un lieve abbassamento del livello comprometterebbe i 13 habitat (di cui 3 rari) protetti ai sensi della normativa europea e regionale, recentemente accertati. Un fatto oggettivo capace di elevare il livello di tutela del fiume a Sito di Interesse Comunitario, riaprendo il caso in modo determinante".