
Il capitano del Bruco Federico Cappannoli ha vissuto un Palio travagliato per via dell’irruenza del cavallo Diamante grigio. Brigante infortunato e fuori gioco per l’Assunta, Chiavassa in ospedale ma nulla di grave
di Laura ValdesiSIENACapitano del Bruco Federico Cappannoli, pensa già al 2026? La Contrada ha corso entrambi i Palii per cui deve uscire a sorte. "Si vorrei uscire a sorte. Anche due volte, sono ottimista per natura". L’ultimo, sdrammatizziamo un pochino, è stato un Palio da infermieria visto che entrambi i fantini sono infortunati. "Meno male è finito! Altrimenti quest’inverno bisognava andare a cercare i fantini nuovi in Sardegna se si continuava così..."
Eppure all’inizio, Brigante su Diamante grigio, il cavallo che allenava, sembrava mettersi bene. "Sinceramente, fino all’infortunio nella quarta prova avevamo in mente un tipo di Palio diverso anche perché, non c’era stato modo (prova a passo e poi annullata per maltempo, ndr) di confrontarsi in maniera seria con l’adattamento di Diamante alla Piazza. C’è stata dunque una doppia doccia fredda: abbiamo preso coscienza dei problemi in più che aveva oltre, appunto, a dover cercare un altro fantino".
La quarta prova è stata dunque uno spartiacque. "Al di là dell’infortunio di Carlo, la valutazione nostra e delle altre Contrade è inevitabilmente cambiata". Mattia Chiavassa dovrebbe essere chiamato cuor di leone di soprannome, invece di Tambani. "Ci volevano cuore, testa e mani. Il cuore ce l’ha fatto vedere, ma ha mostrato anche le altre due qualità. Mattia è un grande professionista, una bella persona. Credo che il Bruco gli possa solo dire grazie anche dopo una prestazione che non ci ha portato alla vittoria".
Il rapporto prosegue? "Era già buonissimo. Il capitano quando compie delle scelte diverse non è che non ha fiducia o non ha rapporto con le persone che decide di non montare". Mossa nel mirino: che ne pensa Cappannoli? "Si sono sentite e lette tante cose che faccio fatica a capire. Tutto e il contrario di tutto a seconda di dove può portare la realtà delle cose. Certo è stata una mossa complicata, data giovane ma non peggiore di altre che, magari, gli stessi che sui social e nei capannelli la leggono con una criticità così forte, non consideravano allo stesso modo".
Il mossiere resta o si cambia? "Le valutazioni vanno fatte con calma, a bocce ferme e non con lo stato d’animo post-Palio. C’è tempo per valutarlo". Tanti hanno osservato che dopo la monta di Scompiglio c’è stata quella di Brigante che, sulla carta, sembrano di ’parrocchie’ diverse. "Sono il capitano del Bruco e non dell’una o dell’altra parrocchia. Se voglio trovare una cosa positiva in questo Palio, è che avevo detto a tutti che la strada per Tittia e Brigante restava aperta. Ci volevano gli incastri, certo. Si sono verificati e siamo stati molto contenti di dare la possibilità a Carlo. Pensavamo di essere competitivi con la sua monta. Chi si stupisce, o non mi credeva o aveva poca fiducia nelle possibilità del Bruco".
Scompiglio: che succede adesso? "Che il Bruco, come ha sempre detto, porta avanti tutti i rapporti con le persone in cui ha fiducia. Con Tittia, Brigante e Scompiglio. Come con tutti coloro che hanno dimostrato di meritarsi quella della Contrada e del suo capitano. Non c’è una strada predefinita, se è questo che vuoi sapere. Abbiamo la fortuna-sfortuna di non correre di diritto, speriamo in una o due estrazioni. C’è tempo per le valutazioni. Si riparte dai rapporti costruiti in questi anni che, come dimostrano i fatti, hanno confermato di essere vivi".