REDAZIONE SIENA

Porta a dormire in casa un’altra donna. I figli la mandano via, lui perde la testa

L’uomo era stato arrestato nel maggio scorso, ieri la condanna a 5 anni e 8 mesi con rito abbreviato

Erano dovuti intervenire i carabinieri per placare la furia del 59enne, arrestato e ieri condannato per maltrattamenti in famiglia, anche alla presenza di minori, e violenza sessuale

Erano dovuti intervenire i carabinieri per placare la furia del 59enne, arrestato e ieri condannato per maltrattamenti in famiglia, anche alla presenza di minori, e violenza sessuale

di Laura ValdesiSIENALa moglie picchiata con la cinghia e le ciabatte, i capelli tirati. Abusata quando lei non voleva rapporti con il marito. Umiliata, fino al punto da imporle un’altra donna in casa con loro. Anche i figli picchiati, sin da quando abitavano nel sud Italia. Tanto che non ricordano neppure il momento in cui sono iniziate le relazioni dolorose in famiglia, essendo in pratica sempre state tali. Un padre-padrone, il loro. Che amava usare la cinghia. Simbolo del ’qui comando io’, altrimenti botte. Con un colpo aveva persino fratturato il braccio ad uno dei suoi ragazzi, ora diventato adulto. E costituito parte civile attraverso l’avvocato Michele Bellandi, insieme alla sorella e alla madre, nel processo dove il padre è stato condannato ieri con rito abbreviato a 5 anni e otto mesi. Il gup Sonia Caravelli ha disposto un risarcimento di 30mila euro per la moglie e di 10mila a testa per i due figli che non potranno certo sanare le ferite lunghe una vita che si porteranno dietro per sempre. All’uomo, collegato ieri in udienza da remoto poiché si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico in Calabria, è stata tolta la responsabilità genitoriale per 11 anni e 4 mesi, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il pm Valentina Magnini aveva chiesto la condanna a 6 anni. "La difesa prende atto del dispositivo del gup e, al deposito delle motivazioni fra 60 giorni, valuterà l’appello", il commento dell’avvocato Alessandro Betti che assiste l’uomo.

Nessuno dei figli, tantomeno la moglie - da tanti anni vivono nella nostra provincia dove si erano trasferiti insieme al padre – se l’è sentita di partecipare all’udienza preliminare a porte chiuse. Perché lì scorreva nuovamente il film di una vita difficile e costellata di soprusi. Segnata da violenza fisica e psicologica. Spesso l’uomo, che ha 59 anni, eccedeva con l’alcol, ha ricostruito la procura. Ed erano guai. Ma anche quando era sobrio ogni occasione era buona per sfogare la propria aggressività sulla famiglia. Che il cibo fosse cucinato in modo non gradito o che il pane fosse duro. Allora giù offese e botte alla moglie con la cinghia. Una sequenza di episodi che avevano sopportato stoicamente, soffrendo in silenzio. Ma all’inizio del 2025 la prima goccia che aveva fatto traboccare il vaso. L’aveva costretta, come faceva dal 2023, ad avere un rapporto sessuale. Questa volta dopo averla percossa sempre con la cinghia. Poi aveva superato il limite. Portando in casa a fine maggio una donna marocchina. Doveva dormire nella stanza della figlia. Un affronto. Questo era veramente troppo. Così quando la ragazza aveva allontanato l’ospite straniera era stata una pioggia di minacce di morte. "La devo aprire come un pesce", tuonava. "A casa mia faccio quello che voglio, ti squarcio come un capretto". Era andato dove lavorava chiedendo di riavere le chiavi dell’abitazione nella sua disponibilità. La figlia si era dovuta nascondere in un locale del luogo di lavoro, finché non intervennero i carabinieri a cui il padre aveva gridato ’se mi denuncia l’ammazzo’. Ma lei l’ha fatto, insieme ai suoi cari. Voltando pagina dopo decenni di soprusi. L’uomo, come detto, era stato arrestato e tuttora si trova ai domiciliari lontano dalla provincia di Siena, dalla moglie e dai suoi sei figli.