
Gli uomini della squadra volante sono intervenuti per arrestare l’uomo dopo una richiesta di intervento arrivata al numero unico di emergenza da parte dei vicini di casa della coppia
Le botte davanti ai tre figlioletti, poi il filo intorno al collo. A stringere e stringere ancora. Poi le mani perché, forse, con il cavo del caracatore del cellulare non era abbastanza. Si è salvata, probabilmente, perché è riuscita a urlare e chiedere aiuto. Perché i vicini di casa l’hanno sentita e hanno chiamato la polizia.
Ha rischiato di finire in tragedia la lite in famiglia per la quale la polizia è intervenuta, nella notte tra martedì e mercoledì, in un appartamento di Perugia. Una lite violenta che non è passata inosservata o, meglio, di fronte alla quale, fortunatamente, chi ne ha sentito i rumori non si è voltato altrove, ma ha chiesto quell’aiuto alle forze che la donna aggredita non riusciva a fare.
Lei è finita all’ospedale, le hanno riscontrato ferite guaribili in quindici giorni, lui, invece, è stato arrestato e, al momento, si trova in carcere a Capanne con l’accusa di tentato omicidio aggravato, lesioni personali e maltrattamenti in famiglia. Ha 28 anni e diversi precedenti, l’indagato, un cittadino nigeriano. Che, secondo il racconto della compagna agli agenti intervenuti in risposta alla chiamata di soccorso, nel corso della lite con la compagna, l’avrebbe prima colpita ripetutamente al volto e, poi, sarebbe passato al tentativo di strangolarla, stringendole intorno al collo, prima il cavo del caricabatterie, poi le mani. Tutto questo di fronte ai figli della coppia che non sarebbero bastati, secondo quanto ricostruito, a fare desistere l’uomo dal suo intento violento. Un tentativo rimasto tale, forse, proprio per le grida della donna e la consapevolezza che sarebbe arrivata a breve. E i segni delle violenze appena subita i poliziotti, secondo quanto riferisce la questura di Perugia, si sono subito accorti una volta raggiunto l’indirizzo segnalato. Segni sul volto e segni di strangolamento al collo, tanto da chiedere l’intervento del 118 che ha, poi, provveduto a trasferire la donna in ospedale per le cure necessarie. L’uomo, invece, è stato prima portato in questura per completare le procedure burocatiche, e, quindi, nel carcere di Capanne dove attende l’udienza di convalida dell’arresto.
Nuovo episodio di violenza in famiglia che sembra confermare, una volta di più, la portata di un fenomeno, in forme più o meno gravi, ma comunque allarmante, su cui, in più occasioni, è stata portata l’attenzione di inquirenti e investigatori.
Luca Fiorucci