
Il capitano della Civetta non esclude Velluto: "L’ha interpretato benissimo". Ai fantini giovani chiede "capo in cassetta e mandare più forte possibile". I nomi di Bellocchio e Shardana restano nell’agendina del Castellare . .
Capitano della Civetta Roberto Papei, quando fu rieletto disse a La Nazione che se non avesse avuto coraggio non sarebbe riuscito a fare molte cose nella vita. In questo Palio ci vuole coraggio a fare cosa?
"Dipenderà molto dall’assegnazione dei cavalli ma può essere che serva coraggio a cambiare in corsa certe strategie".
Interessante. La Civetta conferma la sua indipendenza? Non sta né di qua, né di là?
"La Civetta conferma questo, ossia che pur mantenendo l’attenzione massima perché ha un’avversaria, può spaziare e montare chi poi ci viene volentieri. Mi piacerebbe molto fare una monta, sul cavallo che ci toccherà, adeguata ad esso. Non sarà facile ma è l’intento".
Quando Papei smise di fare il capitano, prima del recente rientro, c’erano già Tittia, Scompiglio, Gingillo. E ci sono tuttora: ma i giovani?
"Sono in attesa di compiere il salto di qualità, i giovani. Nel gruppo che dicevi mancano un paio di nomi, mi riferisco a Luigi Bruschelli che ha smesso per motivi di età e purtroppo ad Andrea Mari che non c’è più. Gli altri ce l’ho ritrovati. I ragazzi non dico che hanno deluso ma, da qui in avanti, qualcosa di più devono far vedere altrimenti è un problema".
Quale consiglio darebbe il capitano della Civetta al gruppo dei giovani in generale?
"Di fare quello che facevano i fantini che vogliono emergere: capo in cassetta e cercare di mandare il più forte possibile, con intelligenza naturalmente. Chi ha poi vinto, anche fra quelli tuttora in attività ritrovati nell’ultimo mandato, ha fatto sempre la prestazione. Se non ci provi mai diventa un problema".
Restano buoni i rapporti del Castellare con Antonio Mula ed Enrico Bruschelli?
"Sì, sì. Molto con entrambi. Di luglio non correvamo, sono andati a montare in altre Contrade ma il legame è consolidato con entrambi".
Potrebbero venire in Civetta?
"Certo che sì. Per questo dicevo vediamo che tipo di cavallo ci toccherà. Se può essere ben interpretato da entrambi perché no? Ci mancherebbe".
Tormentone cavalli: Anda e bola, Benitos e Diodoro dentro?
"Non c’è nessun problema. Sempre stata questa la linea. Vediamo dopo la Tratta quello che diranno i verterinari. Se ci sono tutti è la volta buona di fare una bella paliata".
C’è stata qualche ombra espressa dai veterinari su Benitos che, comunque, dicono sia pronto per il lotto.
"Chi è dentro e lo vede mi dice che è un cavallo preparato ed ambito. Gli esperti della mia stalla dicevano che aveva il pelo forse non perfetto ma questo non vuol dire nulla. Senti, se me lo dessero lo prenderei molto, molto volentieri".
E magari la Civetta monta Velluto?
"Perché no? L’ha montato ed interpretato benissimo. In tal caso si rovescia la medaglia, nel senso che credo saranno i fantini a chiamare me per venire. Ho avuto la fortuna nella mia prima fase paliesca di avere nella stalla Berio. Lì ho deciso io chi montare, il risultato è stato quello che è stato. Ma la gioia di avere un primo cavallo in Civetta sarebbe impagabile. Ben venga".
Aquila e Pantera sono orientate verso un Palio all’attacco. Vale anche per Papei?
"Questa è una base di partenza, se uno me lo domanda dico sì. Cerco di andare a vincere. Chiaro poi che quando ti assegnano il cavallo si può aprire il paradiso oppure si possono chiudere le porte facendo un Palio di massima attenzione verso la rivale ma non rinunciando mai a vincere".
Qualcuno dice che con il primo cavallo la Civetta potrebbe chiamare Gingillo, anche se vicinissimo al Valdimontone.
"Sia Gingillo che Scompiglio sono due che monteremo volentieri. Con massimo rispetto e stando con i piedi per terra capiamo che sia Valdimontone che Bruco ci sono avanti".
Al momento dell’elezione disse che voleva aprire anche a Tittia?
"Credo di averci un buon rapporto perché lo conosco da tempo, lo montai nel 2005. Ma al momento questa via è impossibile".
Cosa dice Papei al mossiere?
"Nulla. Vorrei solo che riuscisse a dare buone mosse senza lasciare nessuno al canape".
La Civetta è stata estratta dalla Torre e c’è un precedente, unico e vittorioso, nel 1945 con il Biondo che vinse con Folco, capitano era Sabatino Mori.
"Guarda, non mi dire dei precedenti, tanto non ne torna uno! Non ci credo. Il Palio è il gioco più bello che esiste, però è anche cinico, cattivo, fa gli spregi. Ed è bello per questo".
Come la vita.
"Forse ancora di più. Alla fortuna va abbinata un po’ di manodopera del capitano e dello staff affinché frutti quanto seminato. Per me vincere sarebbe una cosa splendida, il coronamento di una vita passata a lavoro, dedita alla famiglia e alla mia seconda famiglia, la Civetta. Sarebbe la ciliegina sulla torta".
Laura Valdesi