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La strategia di Ghelardi: "Dare la possibilità a qualcuno di affermarsi è uno degli obiettivi"

Il capitano della Pantera: "Ci sono fantini con caratteristiche giuste". Ritiene una semplificazione del Palio 2.0 dire che sarà una corsa fra i big. "Vedo piuttosto una lotta fra 10 Contrade, dove 6-7 possono vincere". .

Il capitano della Pantera: "Ci sono fantini con caratteristiche giuste". Ritiene una semplificazione del Palio 2.0 dire che sarà una corsa fra i big. "Vedo piuttosto una lotta fra 10 Contrade, dove 6-7 possono vincere". .

Il capitano della Pantera: "Ci sono fantini con caratteristiche giuste". Ritiene una semplificazione del Palio 2.0 dire che sarà una corsa fra i big. "Vedo piuttosto una lotta fra 10 Contrade, dove 6-7 possono vincere". .

di Laura Valdesi

Capitano Franco Ghelardi, per la Pantera in caso di vittoria sarebbe l’11esimo Palio dal 1900. L’ultimo successo Brio e Choci nel 2006: potrebbe esserci un passaggio di testimone ideale con un altro fantino che deve alzare il nerbo ad ogni costo, proprio come Brio all’epoca?

"Le storie qualche volta si ripetono. I fantini che hanno vinto, in fondo, sono pochi. Velluto è squalificato. Credo che bisogna puntare anche su professionisti che finora non hanno alzato il nerbo ma con le caratteristiche per farlo. La Pantera si iscrive a questa possibilità, ovviamente rispettando in pieno i valori attuali. Nel senso che i fantini primari vuol dire che sono tali perché lo meritano, non è così per caso. Resta fermo che dare la possibilità a qualcuno di affermarsi è uno degli obiettivi della Pantera".

C’è un altro Andrea Mari?

"Ci sono personaggi che, con diverse caratteristiche, possono rappresentare il futuro del Palio, questo l’ho appurato nel biennio da capitano. Chiaro che Andrea era un pianeta un po’ particolare con una personalità non ordinaria, nel senso buono del termine. Una forza della natura, complesso. Fantini che possano dare un’impronta ci sono. Però bisogna dimostrarlo, vincendo".

C’è chi dice che questa Carriera sarà una lotta a 4: Tittia, Scompiglio, Gingillo affamati di successo, Brigante che lo vorrebbe per consolidare la sua posizione.

"Sono le semplificazioni del Palio 2.0. Allora Dino cos’era? Dov’era? Che era come la Schlein che non l’avevano vista arrivare? Una battaglia a quattro no, ma a dieci Contrade. Si sottovaluta il cavallo che fa la differenza. Una visione troppo limitante".

Una Carriera aperta, dunque.

"Certo. L’estrazione l’ha resa molto equilibrata e frazionata: due coppie di avversarie, una serie di Contrade che hanno riferimenti diversi. Quando dico equilibrato vuol dire che possono vincerlo 6-7 con i cavalli che presumo verranno messi dentro. Poi, è chiaro, subentrano le situazioni di corsa e via dicendo".

Anche se ci fosse solo un cavallo big la Selva, diceva giorni fa Andrea Causarano, lo voterebbe.

"Un cavallo buono? Secondo me ce ne sono vari buoni. Un’esasperazione identificare in due soggetti quelli nettamente superiori agli altri. Perché, appena estratto, ho detto di mettere dentro tutti i migliori? Esiste, a mio avviso, un gruppo di mezzosangue equilibrato che può vincere. Non mi focalizzo su uno solo, anzi se levi quello lo scalone è più grosso. Personalmente voto i migliori cavalli che vengono alla scelta".

Tale e quale potrebbe rientrarci?

"Il cavallo classico che in Piazza si è adattato bene, alla mossa sta fermo. L’età si sentirà ma non è sfruttato. Può dire la sua, è nel gruppo dei competitivi".

Da commercialista facciamo i conti sui cavalli: quanti debuttanti?

"A logica due inserimenti. Dipende da come ci si muove con il resto del contesto".

E di fantini esordienti in generale in questo Palio altrettanti? Girano i nomi di Putzu e Nieddu.

"Potrebbe essere. Anche se i giovani sono molti. Peccato però che non riescono ad emergere, complice il fatto che ci sono meno corse".

Una forma mentis che Ghelardi vorrebbe applicare nel Palio?

"Mi sono affezionato ad un concetto. Credo che quello che riusciremo a trasmettere come capitano e staff al fantino, specie se dovesse trattarsi di un giovane, dovranno essere input finalizzati a migliorare anche l’aspetto psicologico che le nuove leve, quando entrano nel gioco, hanno qualche difficoltà a portare avanti. Il percorso inteso a tutto tondo, nei giorni del Palio, ritengo che sia più importante di quello che a volte si pensa. Nessuna certezza ma credo che si possa incidere".

La scivolata di Benitos?

"Fa parte dell’addestramento. Normale amministrazione".

Una Contrada sulla carta numericamente piccola come la Pantera come batte le ’cassaforti’ di Provenzano?

"La Pantera ha tutti i requisiti, anche economici, per essere alla pari delle altre. Si è visto poi che questi contano poco. L’ansia economica è l’ultima cosa per me, anche perché grazie alla Contrada, la Pantera si presenta competitiva".

Le ultime Carriere sono state vinte, a ritroso, da Brio, Massimino, Il Pesse, Cianchino, Canapino, Ciancone... Tutti nomi che hanno scritto la storia della Festa.

"I fatti dicono che la Pantera vince con un fantino che lascia un segno nel Palio. Da un lato è anche stimolante perché quando vinci con uno che resta nel giro importante diventa un vantaggio strategico".