
Il capitano del Leocorno a carte coperte: "Il nostro Palio si delinea il 13". Da chi monta a cavallo pretende trasparenza, niente doppia faccia. "Brigante ha corso qui tre volte, buoni rapporti con Turbine e Grandine".
di Laura Valdesi
SIENA
Capitano Marco Minucci del Leocorno, la parola d’ordine è "continuità". Dal punto di vista dei fantini e della Contrada stessa?
"E’ così. La continuità nei rapporti, per il Leocorno, è un valore fondamentale. Altrettanto il mantenere la parola data e gli impegni assunti".
La sensazione che dà è quella di una persona solida e affidabile. Anche nel Palio?
"Cerco di portare nel Palio quello che poi sono nella vita. In primis, l’essere una persona corretta".
Ma questo paga o c’è qualcuno che fa il furbo? Intendo Contrade e fantini.
"La correttezza è basilare ma occorre tenere gli occhi sempre aperti perché è un gioco dove uno vince se tutti gli altri perdono".
Tittia, qualche giorno fa a La Nazione, ha ricordato come un momento emozionante l’accoglienza in Pantaneto quando nel 2022 poi vinse. Un tributo di affetto.
"E’ reciproco, ringrazio Giovanni per le parole che ha detto".
Può tornare nel Leocorno?
"Magari, credo che sia il fantino più ambito".
E determinato, da quello che si è visto anche a luglio.
"Una grande grinta che gli ha consentito di portare avanti, fino alla vittoria, l’esordiente Diodoro".
Lotto dei cavalli: il capitano della Tartuca ha detto dentro i big però se dei tre uno manca si comincia ad essere zoppi: condivide?
"Noi siamo sempre per i cavalli migliori. Vediamo cosa mettono a disposizione dei capitani i veterinari e cercheremo di formare un lotto con i più esperti perché danno maggiori garanzie".
Quanti debuttanti sarebbero giusti fra i dieci?
"In generale 2-3. Penso che si possano trovare, c’è un bel parco cavalli".
Fantini: si fanno i nomi di Brigante, lo scorso anno hanno indossato il giubbetto Grandine e Turbine.
"Carlo Sanna ha già corso tre volte nel Leocorno, quando ero mangino. E anche con i fantini del 2024 sono stati mantenuti rapporti ottimi".
Come definirebbe il Palio dell’Assunta? Complesso?
"Una Carriera con tante dinamiche e aspetti che si dipaneranno il 13 mattina, quando le ghiandine metteranno tutti in fila. Complicato sì ma lo sono tutti i Palii. Il 13 ogni Contrada saprà se si complica oppure si semplifica".
Molti capitani hanno qualcosa da dire al mossiere: Minucci?
"Ha dato centinaia di abbassamenti, io non sono mai salito sul verrocchio, non mi sento di fornire consigli. Vorrei solo che nessuno rimanesse sacrificato alla mossa".
Le rivali Aquila e Pantera annunciano un Palio all’attacco: sarà così anche per il Leocorno che ha la Civetta in Piazza?
"Il Palio si delinea il 13, saranno i cavalli a dire che Palio uno può fare".
Capitano con i piedi per terra.
"Sono così anche nella vita".
Quale contributo del suo staff ha apprezzato in particolare?
"Il gioco di squadra. Un confronto continuo e anche dialettico che serve per far crescere il gruppo e le idee".
Tradizionalmente il Leocorno ha fatto esordire molti giovani.
"Esatto. Mi piacerebbe mettere il giubbetto a un debuttante ma ci vuole la situazione giusta. Con l’avversaria è sempre più complicato".
I fantini giovani sono convincenti o stentano un po’?
"Devono solo avere l’occasione e quando gli capita saperla sfruttare perché il treno non passa due volte".
Nel 2017 il Leocorno dette la possibilità a Velluto di rientrare dopo tredici anni di assenza. C’è sempre un rapporto?
"Era dal 2004 che non correva, se ha una seconda giovinezza, paliescamente parlando, è anche merito del Leocorno e di Bruno Mazzuoli che credette in lui. Il rapporto comunque c’è".
Oggi si svela il Drappellone: Minucci è uno che guarda i segni?
"Assolutamente no. Anche perché abbiamo vinto Palii difficilmente riconducibili ai nostri colori. Certo, se fosse tutto arancione lo preferirei perché mi piace la tinta".
La cosa che non le deve proprio fare un fantino?
"L’importante è che sia trasparenti, non amo la doppia faccia".
Il lavoro paliesco l’ha portata spesso fuori: che dicono i suoi cari?
"Ho carta bianca, devo lavorare. Sono tutti del Leocorno".
Tittia dà un bacio in testa all’onorando Alessandro Mariotti e lo definisce "il mio priore preferito".
"Una persona squisita, dalla forza umana importante. Anche i fantini la percepiscono. A Sandro non si può che voler bene".