
Francesco Michelotti con Alessandro Tomasi ieri a Piombino
Francesco Michelotti, deputato e vice coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, alla fine su Tomasi candidato vi siete decisi...
"In realtà Tomasi è in campagna elettorale da mesi, non è mai stato in discussione, come invece è successo a Giani".
E allora perché avete aspettato tanto a ufficializzare?
"Per le normali dinamiche comprensibili nel confronto tra partiti. Ma su Tomasi siamo tutti convinti".
Cosa vi aspettate, non sarà la solita corsa a perdere?
"È a vincere e per più motivi: la qualità del candidato che ha amministrato bene Pistoia, il fatto che sia espressione del primo partito d’Italia, il suo consenso personale che va oltre il perimetro della coalizione".
Però il centrosinistra è radicato e Giani ha un elevato gradimento, non crede?
"Il centrosinistra ha rinnegato sé stesso con l’accordo con i 5 Stelle. E il Pd fa notizia ormai solo per il terremoto sulle candidature o per i congressi interni legati a lotte di potere, ma sui grandi temi locali è inesistente, non pervenuto".
Il campo larghissimo non è un punto di forza?
"In politica la somma non fa mai il totale, sennò a Siena nel 2018 avrebbero vinto il Pd e Piccini. E in questo caso è sinonimo di incoerenza totale, che sarà punita nelle urne".
Intanto però sulla civica di Tomasi anche voi avete avanzato perplessità, perché?
"I partiti hanno solo sottolineato la necessità che la lista, ancora in costruzione, vada effettivamente oltre il perimetro del centrodestra. E non ho dubbi che sarà così, noi abbiamo una vocazione inclusiva".
Su cosa batterete in particolare a Siena in questa campagna elettorale lampo?
"Le infrastrutture, intese anche come occasione di sviluppo, il lavoro, la legalità e la sicurezza, il mondo dell’agroalimentare".
La preoccupa la popolarità di Giani?
"Ha scelto la strategia di essere onnipresente e stringere mani ovunque, ma il presenzialismo asfissiante non può sopperire alla mancanza di contenuti e di idee".
E l’accordo con i 5 Stelle?
"Il combinato disposto schleiniani-5 Stelle rischia di riportare indietro la Toscana di decenni. E Giani, pur di non mollare, ha accettato un programma disegnato dalla sinistra massimalista e dalle follie irreali dei 5 Stelle. Con loro sarebbe un caos totale".
Governate sette capoluoghi su dieci, perché la Regione è sempre stata un tabù?
"Manca la provincia più pesante, Firenze, ma anche qui contiamo di ribaltare i pronostici".
Dall’esperienza di Siena cosa pensate di trarre?
"La credibilità e la fiducia dei cittadini, che hanno visto come il centrodestra affronta i problemi grandi e piccoli. Il lavoro nell’interesse del territorio paga sempre, ne siamo convinti".