CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Le pagelle della politica, Giani vola. Ma il Pd frena: "Manca coalizione"

Il sondaggio del Sole 24 Ore: boom di gradimento per il governatore e il suo sfidante in pectore Tomasi .

Alessandro Tomasi

Alessandro Tomasi

Se è vero che la politica, alla fine, è tutta cinema, il governatore della Toscana, Eugenio Giani e il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, sarebbero campioni d’incassi al botteghino. Pur se in categorie diverse. Ad affibbiare a entrambi l’Oscar è il sondaggione Governance Poll 2025, stilato da Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore: la rilevazione che misura il gradimento di sindaci e governatori confrontando i voti ottenuti il giorno dell’elezione e la relativa differenza percentuale rispetto a oggi. Entrambi hanno ottenuto risultati da primi della classe. A partire da Tomasi che si piazza primo fra i sindaci toscani con un consenso del 57%, in crescita del 5,5% rispetto al 51,5% del 2022 quando divenne primo cittadino di Pistoia. Stravince invece Giani che, nella classifica governatori corre con un 58,5% di consensi: dunque +6,5% rispetto all’anno scorso e +13,5% nel confronto con l’edizione 2023. Ma soprattutto salva la faccia del centrosinistra su base nazionale, piazzandosi quarto nella prima cinquina composta tutta da governatori del centrodestra. E’ il primo governatore Pd d’Italia. Ma allora se Giani e Tomasi sono bravi e ’belli’, quando è che si balla? Il volo di Giani sta creando non poche turbolenze nel centrosinistra. La cloche è nelle mani del segretario dem, Emiliano Fossi, che deve raddrizzare la traiettoria verso il voto. Un compito non invidiabile: nel suo decollo di gradimento il governatore, per ora, non ha imbarcato a bordo la coalizione.

"I prossimi giorni saranno cruciali, serve un lavoro collegiale. Prima la coalizione poi il candidato" aveva ammonito Fossi 24 ore prima dell’uscita del sondaggione. Poi ieri l’endorsement arrivato dai numeri del Sole 24 Ore che fa il paio con quelli di alcuni dei circoli Pd per Giani (inclusa una quota di schleiniani). Il risultato: nuovi scossoni. Ma soprattutto silenzio nella segreteria regionale dove ieri sui social nessuno, ha commentato pubblicamente la super pagella di Giani. Un segnale. E i nervi degli alleati ora pulsano. A scorticarli, forse, è l’attendismo della segreteria dem toscana che, da troppo tempo, tiene le carte coperte. "Siamo di fronte alla sindrome del Marchese del Grillo" tuonano Monica Barni e Daniela Lastri di Sinistra Civica Ecologista. "La sindrome è sostenuta – proseguono – da amministratori locali e da esponenti dem che si sottraggono all’impegno di costruire l’alleanza nazionale alternativa alla destra". Gli fa eco il segretario regionale di Sinistra italiana, Dario Danti: "Restiamo ancorati ai percorsi collettivi e non a fughe in avanti. Noi siamo per costruire una coalizione basata su Pd, Avs, 5Stelle e da questo punto fermo non ci muoviamo. I nomi vengono dopo". Ieri in via Forlanini, ma anche al Nazareno si bisbigliava che il pressing "sta irritando noi e sta irritando la coalizione. La Toscana dovrà essere la prova generale per le Politiche del 2027". Peccato che al voto (in caso di opzione 12 ottobre) manchino appena 100 giorni e che il sogno del Pd di fare della Toscana il laboratorio del campo largo a livello nazionale sembra in bilico. Anche perché ieri, dopo il boom sui dati di gradimento si sono fatti avanti gli endorsement del presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo ("Ricandidare Giani è la scelta più naturale e giusta") e quella del segretario generale della Cgil Toscana che non va per il sottile: "Il tempo stringe. Cè una destra antipopolare che sta dando mostra di sé al governo e un popolo di sinistra da mobilitare. È giunto il tempo di scegliere bene".

Il nome del governatore non viene pronunciato da Rossi, ma l’assist appare limpido. E in casa Cinque Stelle che effetto ha fatto il boom di gradimento del governatore? "Abbiamo sempre affermato – risponde all’agenzia Dire, la coordinatrice regionale dei 5Stelle, Irene Galletti – che un progetto passa attraverso un programma e una chiara volontà di rinnovamento". Della serie: non ci avete convinti. Intanto Italia Viva apre uno spiffero col suo coordinatore regionale, Francesco Bonifazi: "Siamo interessati a un’alleanza larga sia in Toscana che in Campania. Renzi sta parlandone sia con Schlein che con Giani". Il compito di grande cucitore ora tocca proprio al segretario dem, Emiliano Fossi. O tira fuori l’ago subito o la pressione potrebbe salire ancora. Tanto che fra i più maliziosi c’è anche chi legge la spinta di alcuni circoli Pd come una mossa del Nazareno per rendere irrinunciabile togliere le castagne dal fuoco a Elly Schlein, evitando che sacrifichi un cavallo da corsa come Giani. Anche perché per far fuori un governatore con questa pagella (e un solo mandato alle spalle) servono i numeri. Come, il 60% dei componenti aventi diritto della direzione regionale Pd che dovrebbe votare il no alla candidatura. Numeri che, a ora, non ci sono, Resta solo tanto cinema.