MASSIMO CHERUBINI
Cronaca

Giovani aggrediti sull’Amiata. I sindaci fanno quadrato: "Individuare subito i responsabili"

In corso le indagini dei carabinieri dopo gli episodi di violenza in occasione di ’Ferra il Bosko’

Una delle precedenti edizioni di ’Ferra il Bosko’, la festa di Ferragosto che si tiene tra i boschi dell’Amiata Quest’anno si sono registrati episodi di violenza contro un gruppo di ragazzi che dormivano in tenda

Una delle precedenti edizioni di ’Ferra il Bosko’, la festa di Ferragosto che si tiene tra i boschi dell’Amiata Quest’anno si sono registrati episodi di violenza contro un gruppo di ragazzi che dormivano in tenda

Profonda indignazione sull’Amiata per l’aggressione che una decina di ragazzi hanno perpetrato nei confronti di un nutrito gruppo di coetanei. Nella notte di ferragosto, quella della tradizionale festa in montagna con Ferra il Bosko, tre ragazzi sono stati medicati al pronto soccorso dell’ospedale di Abbadia, molti altri portano ancora addosso i segni della violenza. Mentre sui social infuriano le polemiche, c’è attesa sulle indagini che i carabinieri della tenenza di Abbadia San Salvatore e della compagnia di Montalcino hanno avviato dopo la presentazione delle denunce. In una nota i sindaci di Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castel del Piano, Piancastagnaio e Santa Fiora espriomono una ferma condanna per l’accaduto e solidarietà alle famiglie dei giovani rimasti vittima dell’aggressione.

"La prepotenza e la violenza esercitata da alcuni giovani durante Ferra il Bosko è frutto – si legge nella nota congiunta – di una incivile degenerazione esterna che deve essere condannata. Non ci sono giustificazioni e sarà la legge a giudicare con fermezza. Non si può avere un atteggiamento superficiale relativo a questi fenomeni. Oggi vogliamo esprimere solidarietà, essere al fianco delle famiglie e dei ragazzi coinvolti e chiedere che i responsabili siano rapidamente individuati e perseguiti. Solo garantendo fermezza e condanna – si legge ancora – potremmo difendere la nostra comunità e le belle tradizioni come Ferra il Bosko. Il suo percorso non è una semplice tradizione che si ripete nel tempo. È un atto collettivo in cui si conferma un’origine e un rapporto".

E su quanto accaduto si registra anche un lungo intervento del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani.

"Un atto del genere – si sottolinea – non nasce nel vuoto, ma germoglia in un terreno impoverito da mancanza di educazione al rispetto, disattenzione verso i bisogni emotivi dei giovani, assenza di veri riferimenti. Siamo davanti a ragazzi che, invece di vedere nell’altro un compagno, lo percepiscono come bersaglio; che invece di proteggere il bosco, lo violano; che invece di sentire la vita come un bene da custodire, la mettono a rischio con leggerezza criminale. È un fallimento educativo che interpella tutti: famiglie, istituzioni, scuola".