
Manrico Biagini, figlio d’arte, è stato nominato presidente del Consorzio della Vernaccia al posto dell’uscente Letizia Cesani
Il Consorzio della Vernaccia, nato da una manciata di vitivinicoltori il 3 luglio del 1973, dopo due mandati di presidentesse Letizia Cesani e Irina Strozzi ora cambia. Alla guida della Vernaccia di San Gimignano è stato nominato a presidente Manrico Biagini dopo un trentennio trascorso da Vice alla tutela e valorizzazione sia del Consorzio che del primo vino Doc italiano delle torri, la Vernaccia. Appunto.
Una famiglia quella del presidente Biagini presente fin dagli anni settanta nella sede della Rocca di Montestaffoli da Ascanio Biagini, uno dei primi pionieri ed esperti vitivinicoli fin dalla nascita del Consorzio. Percorso proseguito dal figlio Manrico con passione, sacrifici, volontà e orgoglio fra campi, vigne, cantina con il figlio Pietro per mandare avanti il mestiere di una nuova viticultura-agrituristica nel podere di Bucciano.
Presidente sorpreso? "Di più. Sono davvero felice di assumere questo incarico. Prima di tutto desidero esprimere la mia gratitudine per la fiducia che mi è stata accordata in questo importante momento per il Consorzio. Mi considero, da sempre, un uomo della Vernaccia di San Gimignano. Le mie radici, la mia storia personale e professionale sono legate a questo vino e al suo territorio. Proprio per questo motivo, affronto il mandato con passione e senso di responsabilità e onorarlo fino in fondo. Mi impegnerò a rafforzare ulteriormente il legame tra la Denominazione e il territorio di San Gimignano, nella consapevolezza che questo connubio è da sempre il cuore pulsante della nostra identità".
Al suo fianco sono rimasti i vice presidenti Nadia Betti e Andrea Massi con i consiglieri Davide Ancillotti, Lisanna Bianchini, Andrea Ciappi, Massimo Daldin, Laura Dell’Aira, Rubina Gianchecchi, Marco Giannelli, Alessio Gragnoli, Alessandro Zanette e Maria Elena Zonin. Il Consorzio come detto, è in cammino dai primi anni ‘70 con i tradizionali ‘Incontri con la Vernaccia’ fino alla nuova "Regina Ribelle" del nuovo secolo. Senza dimenticare l’Incontro-evento del secolo scorso la scalata, per la prima volta nella storia, alla parete della torre Grossa dai maestri rocciatori della Val di Fassa di Moena con i chiodi rimasti a ricordo dell’arrampicata fra le fessure delle secolari pietre.
Romano Francardelli