
Un momento dell’incontro elettorale su Beko con i candidati presidenti
Tutta la verità e nient’altro che la verità. E’ quanto chiedono i lavoratori dello stabilimento Beko di Siena, dove lunedì alle 13 è in calendario il primo incontro tra azienda e sindacati dopo la firma dell’accordo al ministero lo scorso 14 aprile. All’ordine del giorno c’è lo stato di avanzamento nella ricerca di un nuovo soggetto industriale da parte dell’advisor Sernet, che in questi giorni avrebbe registrato dieci manifestazioni di interesse.
Le tipologie produttive sono quelle annunciate dal presidente della Regione Eugenio Giani nel confronto elettorale sulla vertenza con Alessandro Tomasi e Antonella Bundu: data center, piattaforme per la gestione dei rifiuti elettronici e produttori di impianti per la catena del freddo collegati al biomedicale.
Massimo Martini, segretario Uilm di Siena, mette subito le mani avanti: "Sernet deve portare a conclusione le manifestazioni di interesse, quindi mi aspetto chiarezza sul percorso istituito e sulle realtà produttive considerate affidabili a seguito di verifiche sulla consistenza degli investimenti economici". E poi l’affondo: "Non servono dieci imprenditori interessati, ne basta uno solo, perché lo ’spezzatino’ non piace a nessuno".
Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil, va dritta al punto: "L’azienda deve comunicare il numero di soggetti interessati al rilancio del sito senese. Vogliamo conoscerne nome, tipologia produttiva e piano industriale. Mi aspetto – continua – che la multinazionale rispetti i contenuti dell’accordo siglato al ministero e renda partecipi le parti sociali nel percorso di ricerca fatto dall’advisor e nel piano di reindustrializzazione che, comunque, andrà discusso in sede ministeriale".
Giuseppe Cesarano, leader Fim Cisl, è categorico: "Il sindacato deve essere coinvolto in modo attivo e continuo in tutte le fasi del processo di industrializzazione. La partecipazione non può essere solo formale, ma deve tradursi in un reale confronto con i soggetti interessati". E infine: "Chiediamo chiarezza e accesso a tutte le informazioni necessarie per comprendere l’evoluzione del progetto e i suoi impatti sui lavoratori. L’industrializzazione non può essere calata dall’alto – conclude –, ma deve essere costruita con il contributo attivo delle rappresentanze sindacali. Bisogna accelerare perché il fattore tempo sarà fondamentale".