
Il settore in provincia di Siena è in affanno per i dazi imposta da Trump "Lavoriamo per trovare sbocchi alternativi, ma servono accordi reciproci" .
La presidente della Coldiretti Toscana Letizia Cesani produce vino e olio nelle vigne di famiglia, promuove la cultura enogastronomica nel podere-cantina ai piedi della collina etrusca di Pancole a San Gimignano e racconta a La Nazione il delicato tema dell’accordo sui dazi che preoccupano, e parecchio, i produttori senesi.
Dunque cominciamo dalle tariffe Usa. Presidente cosa ne pensa?
"Con tariffe al 15% è sicuramente migliorativo rispetto all’ipotesi iniziale del 30% che avrebbe causato danni fino a 2,3 miliardi di euro per i consumatori americani e per il Made in Italy agroalimentare. Tuttavia, il nuovo assetto tariffario avrà impatti differenziati tra i settori e deve essere accompagnato da compensazioni europee per le filiere penalizzate anche considerando la svalutazione del dollaro".
Cioè…
"Dobbiamo aspettare di capire bene i termini dell’accordo e soprattutto di leggere la lista dei prodotti agroalimentari a dazio zero sui quali ci auguriamo che la Commissione Ue lavori per far rientrare, ad esempio, il vino che altrimenti sarebbe pesantemente penalizzato. Ad oggi, secondo le nostre stime su dati Istat, i settori più penalizzati, dall’introduzione dei dazi, saranno vino e olio che insieme valgono il 97% del totale delle esportazioni oltreoceano per la provincia di Siena e che, a causa dell’instabilità commerciale con gli Usa ha già visto una riduzione nel primo trimestre del 5,6% delle esportazioni, un dato in controtendenza rispetto alla media decennale e al quadro nazionale (+11%)".
Quindi, cosa vi aspettate?
"Per il Made in Tuscany agroalimentare gli Usa sono il principale mercato che dobbiamo assolutamente difendere, per questo chiediamo alle istituzioni interventi di risorse per la promozione affinché il consumatore americano possa imparare a conoscere meglio le produzioni senesi e della Toscana".
Sui nuovi mercati come vi state muovendo?
"Stiamo lavorando per trovare mercati alternativi è una strategia delle nostre imprese ma penetrare in nuovi mercati è frutto di accordi di reciprocità a difesa delle nostre filiere agroalimentari, non scardinando il principio per il quale si possano ammettere in Italia prodotti agroalimentari che non rispettano gli stessi standard sanitari, ambientali e sociali imposti alle imprese europee".
Presidente Cesani, quale sarà il reale impatto sul territorio di Siena?
"Dall’export agroalimentare sul primo trimestre 2025 nel mondo 198 milioni di euro (-5,7%), nel 2024 822 milioni (+ 27,5%), negli Stati Uniti 282 milioni (+30%)".
E i numeri sul vino e sull’olio?
"Export vino nel 2024 negli Usa 181 milioni (+16%); export Olio nel 2024 negli Usa 94 milioni (+65%). Olio e vino da soli valgono il 97% delle esportazioni di prodotti agricoli ed agroalimentari della provincia di Siena e venduti oltre oceano, negli Stati Uniti".
Romano Francardelli