
L’arrivo vittorioso di Antonio Siri su Benito Baio per il Poggio che non vinceva dal 2016. Si tratta del quarto successo qui. (le foto della pagina sono di Giuseppe Serafini)
di Laura ValdesiSIENAGuerra era nell’aria. Guerra è stata. E se i dirigenti senesi, particolarmente numerosi a Castel del Piano, volevano vedere cose interessanti di sicuro se ne sono andati dalla montagna con una certezza: il bel palio vinto da Antonio Siri per il Poggio su Benito baio. Ma anche schermaglie fra avversarie che da tempo non si vedevano, almeno così palesi. Irruente. Che con l’occhio già rivolto ai Palii (senesi) 2026 potrebbero destare un certo interesse per iniziare a programmare il futuro.
"Avevo le carte in regola per giocarmela. La mossa? Si sa che qui, non essendoci un ordine e un paio di rivalità è sempre abbastanza movimentata", dice Antonio Siri portato in trionfo dopo il successo. Conquistato nonostante la notte insonne, è arrivato intorno alle 3 direttamente da Asti. "Una dedica per il trionfo? Guarda devi scrivere proprio così: ’a quel cretino di Antonio’". Poi si rituffa negli abbracci. Non c’è modo migliore per chiudere una stagione che ha visto il fantino tornare in Piazza dopo la lunga squalifica a Siena.
Le fasi della partenza sono diventate sempre più basilari. Si gioca una fetta importante delle chance di successo. E’ stato lo stesso anche nel palio amiatino più amato dai senesi anche se i canti della nostra Festa sentiti in montagna, la Verbena in primis, hanno fatto riscaldare i social. I fantini giovani sono tutti scesi. Per Nieddu, Belloni, Giannetti e Fabbri che attendevano l’esito del palio di Asti per sapere se c’era una possibilità di conservare il giubbetto il sogno è finito ieri mattina. A contendersi il successo sono stati dunque Antonio Siri (Poggio) su Benito Baio, cavallo che aveva già vinto lo scorso anno con Andrea Sanna nel Borgo. Per la cronaca, Siri aveva già trionfato qui per il Borgo e due volte nelle Storte. Giuseppe Zedde, anche lui reduce dalla trasferta di Asti, montava Benito al debutto, nelle Storte. Quindi le due rivali: Monumento si era affidato a Dino Pes sull’esperto Veranu mentre Borgo ha dato fiducia al fantino che per questi colori aveva già trionfato tre volte: Carlo Sanna. Anche loro arrivati di notte da Asti. Che aria tirava è stato chiaro da subito agli occhi del mossiere Gennaro Milone. Fermo al canape Pes, con Sanna che si metteva di traverso con il cavallo, ostacolandolo. Con il primo che non stava a guardare e reagiva. Ci sono state fasi a dir poco concitate con i due che si sono fronteggiati. Mentre sul lato dello steccato andava in scena questo ’balletto’, Zedde e Siri si guardavano bene dal prendere posto al canape continuando a girare e rigirare. "Dovete ascoltare! Chiaro?", ha urlato il mossiere. Che alla fine ha richiamato tutti tuonando: "Cosa si fanno a fare le riunioni, non servono a niente". Subito dopo era anarchia.
Milone sempre più furioso al punto da esclamare ’ ma io che cosa devo fare’. Però il tempo utile per trovare l’allineamento era agli sgoccioli. Si è capito che la partenza era matura. Che le due avversarie si sarebbero annullate e la partita sarebbe stata fra Siri e Zedde. Infatti al via Dino Pes, servendosi di Veranu, ha bloccato la partenza di Sanna mentre gli altri s’involavano. Saldamente in testa Siri, gli inseguitori molto distanziati anche se c’è da registrare il tentativo generoso di Pes di provare a rimontare. Inutile. Troppo distante ormai. Così il Poggio torna alla vittoria dopo 9 anni, l’ultima volta fu con Zedde nel 2016.