
Dopo una lunga mossa la carriera è lineare: Atzeni prende subito la testa. Il fantino sulla scia di Aceto: undici successi. Stavolta con Diodoro, un esordiente. Sei cavalli sono arrivati scossi. "Vitalità sorprendente e unica delle Contrade".
di Orlando Pacchiani
SIENA
È tornato il bel tempo su piazza del Campo consentendo di correre il Palio, dopo la pioggia del 2 sera che aveva imposto il rinvio e i nuvoloni che si sono addensati minacciosi sulla città anche nel primo pomeriggio di ieri, rilasciando qualche scarica di pioggia solo nei dintorni di Siena. È tornato Giovanni Atzeni, il fantino più vittorioso in attività, che dopo un 2024 ricco di delusioni ha colto il suo undicesimo successo. Ed è tornata l’Oca, che ha vinto il Palio conducendo dall’inizio alla fine e conquistando il quinto trionfo del secolo, a soli due anni di distanza dal precedente.
Un Palio lineare, che non ha riservato sorprese dopo una lunga mossa. I timori della vigilia per la presenza di due coppie di rivali e per le intemperanze tra i canapi di Comancio, cavallo del Valdimontone, si sono diradati: le Contrade avversarie si sono ignorate, il Valdimontone è finito di rincorsa. E così si è dovuto attendere solo che maturassero i tempi dettati dalle strategie, per dare il via dopo circa mezz’ora di attesa e un paio di uscite dai canapi per cercare di diradare la matassa. Poi l’Oca ha preso la testa e non l’ha più lasciata, vanamente inseguito da Selva e Valdimontone che non l’hanno mai realmente impensierita e con sei fantini caduti.
Una prova di forza strepitosa per Tittia, tornato a dettare legge: sei degli ultimi nove Palii sono suoi. Questa volta non è andato a cercare un cavallo tra i più quotati, ma ha scelto un esordiente di 6 anni, Diodoro, che ha la non marginale particolarità di essere un cavallo che fa parte della sua scuderia. Evidentemente aveva piena fiducia nelle capacità del cavallo e nell’affiatamento che ha creato giorno dopo giorno allenandolo.
A questo punto non è un sogno poter pensare di inseguire il primato di Andrea Degortes detto Aceto, con le sue 14 vittorie che lo hanno issato sul trono di "re della Piazza". Meno guascone e più calcolatore, ma in tempi radicalmente diversi, Tittia è un personaggio che continua a disegnare la storia del Palio, con affermazioni in serie e l’assenza di veri rivali che non appaiano estemporanei. Si è esaurito così un Palio per il quale, nelle ore della vigilia della corsa, il sindaco Nicoletta Fabio aveva tracciato un bilancio positivo: "La Festa è stata vissuta in maniera autentica dai senesi, che hanno tenuto un comportamento corretto nei quattro giorni. E l’organizzazione, collaudata ma impegnativa, come sempre ha funzionato alla perfezione". Anche nella gestione del giorno di rinvio causato dal maltempo: si è trattato del terzo rinvio consecutivo per pioggia, dopo quelli dei due Palii del 2024, un record storico di cui Siena avrebbe fatto volentieri a meno.
Presente alle trifore del palazzo comunale, come di consueto, anche il presidente della Regione Eugenio Giani, che ha lodato la "vitalità sorprendente e unica delle Contrade, l’impegno di tante contradaiole e contradaioli, le istituzioni cittadine che nel tempo, in dialogo serrato con le Contrade, hanno costruito un modello di straordinario civismo".