
L’incontro davanti ai cancelli dello stabilimento dopo la firma dell’accordo per l’acquisto dell’immobile
A metà della prossima settimana saranno scritte due nuove tappe della vicenda Beko. Mercoledì l’attesa firma dei sindacati al ministero delle Imprese, giovedì il varo definitivo della misura che riguarda anche gli ammortizzatori sociali. Alla Camera sarà votata la conversione in legge del decreto industria, quello che tra l’altro contiene la cassa integrazione fino al 2027 e gli incentivi alle uscite per i lavoratori dello stabilimento Beko Europe, oltre per esempio ai provvedimenti per l’ex Ilva. Nessun dubbio sull’esito del voto, anche perché con ogni probabilità il Governo porrà la fiducia.
Ad accompagnare il voto anche una presa di posizione politica sul passaggio senese, con l’ordine del giorno che sarà presentato dal deputato di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti, che due giorni fa ha rivendicato l’azione convinta sull’asse Governo-Comune in un video con il ministro delle Imprese Adolfo Urso.
Ora inizia la seconda fase. Mentre la Regione Toscana è pronta a mettere in campo le misure straordinarie per la formazione dei lavoratori, annunciate dal presidente Eugenio Giani e dal consigliere per le crisi industriali Valerio Fabiani, martedì mattina la giunta del Comune di Siena varerà l’atto di indirizzo per la costituzione di una società con Invitalia, che avrà il compito di gestire l’immobile nella fase auspicata della reindustrializzazione.
Questa, come sottolineato anche dai sindacati, è la fase più delicata e decisiva. Al presidio di viale Toselli sono girati numeri che vanno dai tre ai dieci interessamenti di aziende orientate a investire su Siena. Nella realtà, stando ai giorni scorsi, ci sarebbe un operatore industriale italiano già concretamente entrato in contatto con l’advisor. Altro al momento non è dato sapere, se non che la partita adesso potrà iniziare davvero con la controparte pubblica, che a breve sarà anche formalmente proprietaria dell’area ormai ex Beko. Tutte le parti sono ovviamente interessate ad accelerare i tempi, in primis i lavoratori che aspettano risposte sul proprio futuro, le istituzioni che si sono mosse e sperano di chiudere il cerchio.
Di certo l’area interessata ha bisogno di un recupero importante, "un’opera di rigenerazione urbana" l’ha definita il vicesindaco Michele Capitani. Quando uscirà allo scoperto il potenziale investitore, si capirà anche in che termini e in che modi si potrà guardare al futuro. I 299 della Beko, che restano simbolicamente tali anche se qualcuno ha già accettato di uscire, aspettano solo di tornare a lavorare con stabilità e dignità.