
Chiara Naseddu e Lucia Franceschi
Ameglia, 10 agosto 2025 – Settimana di buone notizie a Naturabilia, il Centro di recupero animali selvatici (Cras) di Ameglia. Mercoledì un giovane allocco (Strix aluco), giunto al Centro ancora molto piccolo, è stato trasferito in voliera dove potrà allenarsi al volo e prepararsi al ritorno in natura. Lunedì è tornato in libertà un rondone (Apus pallidus), portato per problemi di piumaggio causati da un’alimentazione non adeguata ricevuta da chi lo aveva raccolto. Hanno iniziato a nutrirsi da soli i piccoli ricci (Erinaceus europaeus) e presto potranno essere liberati. Allocco, rondone e ricci. Ma anche pipistrelli, civette, gabbiani, ghiri e puzzole.
Sono solo alcuni degli animali selvatici feriti o malati affidati alle cure del Cras di Ameglia, il primo e unico della provincia della Spezia. A crearlo e gestirlo è l’organizzazione di volontariato (Odv) Naturabilia, fondata nel 2020 da tre appassionate di natura selvatica: Lucia Franceschi, agronoma e guardia ambientale volontaria, presidente e addetta all’organizzazione; Lisa Hildebrand, agronoma, addetta ai programmi di educazione ambientale; Fernanda Paranzini, specialista in web marketing, segue i social e gestisce lo shop in cui commercializza prodotti per raccogliere fondi.
È affascinante e istruttiva la visita del Centro. Ad accompagnarla sono tanto i versi degli animali quanto gli squilli, continui, del telefono. “In inverno le chiamate non sono molte - spiega la presidente - ma in estate si arriva a picchi di 60 al giorno. Qui arrivano animali che hanno subìto l’impatto con un’auto, vittime di bracconaggio, avvelenati o ritrovati perché deboli e malati. Ma anche tanti piccoli trovati dai cittadini e prelevati incautamente o trattenuti seguendo regole sbagliate. Come nel caso del rondone appena liberato”.
Per questo, a fianco all’attività di cura, Naturabilia organizza corsi di educazione ambientale sul territorio e sulla fauna selvatica. “Il nostro Centro è ancora giovane - dice Franceschi - eppure l’anno scorso abbiamo accolto 1500 animali”. Quante persone servono per gestirlo? “Ad eccezione del team medico, formato da due infermieri e due veterinari specializzati in fauna selvatica, il lavoro di accudimento e cura è affidato ai volontari. Ne abbiamo una ventina, ma sono pochi. A Genova, per esempio, sono oltre sessanta. L’invito ad aderire al nostro progetto è sempre aperto. Ci occupiamo noi della formazione e chiediamo solo amore per gli animali e una disponibilità di almeno tre ore a settimana”. Ma Naturabilia è anche un progetto in evoluzione. Alle spalle di voliere e gabbie sono in corso i lavori per la realizzazione di un nuovo ambulatorio veterinario e un’aula didattica per corsi e formazioni. Già pronta, invece, la guest house. Sarà l’attività profit dell’organizzazione con cui finanziare il Centro, ad uso vacanza e foresteria per turisti, studenti, tirocinanti di studi sulla cura degli animali selvatici ricoverati.
Chi finanzia tutto questo? “Il nostro è un progetto filantropico - spiega Franceschi - che risponde ad un’esigenza molto sentita sul territorio e raccoglie intorno a sé privati e associazioni che, in modo anonimo e con generosità, hanno a cuore la sua espansione e il suo funzionamento”.